Via libera al Jobs Act del lavoro autonomo: ecco le 5 grandi novità per il popolo della partita IVA nel 2017. Cosa cambia per i freelance e in che modo saranno più tutelati? Ecco tutto quello che c’è da sapere su maternità, congedi e malattie.

Pagamento fattura: scadenza ridotta

I ritardi nei pagamenti pregiudicano la liquidità di molti lavoratori autonomi. Su questo punto il Jobs Act è intervenuto riducendo da 90 a 60 i giorni massimi per il saldo delle fatture. Mai più attese oltre i due mesi.

Tutte le clausole che prevedono tempi più lunghi saranno considerate abusive.

Partita IVA e spese deducibili: aumentano quelle per aggiornamento e formazione

Le spese deducibili per corsi di aggiornamento professionale e orientamento verranno estese rispettivamente a 10 e 5 mila euro.

Partita IVA e maternità: nuovi diritti?

In caso di maternità la lavoratrice autonoma potrà continuare ad emettere fatture pur percependo l’indennità e potrà anche suggerire una persona di fiducia in possesso dei requisiti professionali per essere sostituita negli incarichi. Il congedo parentale viene esteso da tre a sei mesi e sarà possibile usufruirne entro tre anni dalla nascita del figlio.

Diritto alla disconnessione: lavorare a partita IVA non significa non avere pause

Il Jobs Act della partita IVA consacra anche il diritto alla disconnessione. Committente e lavoratore infatti sono tenuti a prevedere dei giorni di recupero e tempi di riposo.

Malattia e infortunio: nuova tutela partita IVA

A coloro che svolgono un’attività continuativa per un committente unico, sarà garantito il proseguimento della collaborazione. Per chi invece è costretto a sospendere la collaborazione a causa di malattia per più di 60 giorni, è prevista la possibilità di interrompere il versamento dei contributi fino ad un massimo di due anni.