“Di solito, in molte occasioni, per convenienza, simpatia, costrizione o falsità, diciamo di sì. È la maniera peggiore per mettere in mostra la nostra personalità scadente. Bisogna avere il coraggio di dire no quando l’occasione lo richiede. Solo così non avremo rimpianti e saremo orgogliosi della nostra scelta. La vita è piena di sì sprecati e di no taciuti”, affermava Romano Battaglia. Molto spesso, in effetti, capita di fare delle scelte per convenienza.

Questo, però, non vuol dire che sia la strada giusta da percorrere.

Anzi, al contrario si rischia di accontentarsi solamente per il fatto di non volersi complicare la vita. Altre volte, invece, seguire un determinato percorso è quasi un obbligo di cui è bene conoscere le varie caratteristiche. Lo sanno bene coloro che dovranno dire a breve addio al reddito di cittadinanza per dare il benvenuto a tre nuovi successori, ovvero PAL, GIL e GAL. Ecco in cosa consistono e cosa c’è da aspettarsi.

PAL, GIL e GAL: quale dei tre successori del reddito di cittadinanza conviene di più

In base a quanto previsto dalla Manovra, il reddito di cittadinanza verrà corrisposto nel corso del 2023 per un periodo pari a massimo sette mesi, ai cosiddetti occupabili. Si tratta, in pratica, delle persone che possono lavorare. Questo a patto che non vi siano nel nucleo famigliare disabili, anziani e minorenni. In tal caso i soggetti interessati si vedranno erogare il sussidio per tutto il 2023, per poi dire definitivamente addio nel 2024.

Cambiamenti importanti, che porteranno a dover fare i conti con l’introduzione di nuove misure. Entrando nei dettagli, così come previsto dal decreto Lavoro, il nuovo reddito di cittadinanza non si chiamerà come ipotizzato “Mia”. Prenderà bensì il nome di Garanzia per l’Inclusione. Al suo fianco altre due misure volte a favorire le politiche attive al lavoro, ovvero la Prestazione di accompagnamento al lavoro e la Garanzia per l’attivazione lavorativa.

Entrando nei dettagli:

  • Garanzia per l’inclusione, ovvero Gil, farà il suo debutto nel 2024, andando a sostituire il reddito di cittadinanza. La nuova misura verrà erogata a favore delle famiglie con almeno un disabile, un minore, un soggetto con più di 60 anni oppure persona che ha diritto all’assegno per l’invalidità civile. L’importo sarà pari a sei mila euro l’anno, ovvero 500 euro al mese. Possibile anche il riconoscimento idi ulteriori 280 euro al mese come forma di contributi per l’affitto. Il Gil durerà 18 mesi. Trascorso questo lasso di tempo, fermo restando un mese di stop, sarà possibile beneficiare di tale intervento per ulteriori 12 mesi.
  • Garanzia per l’attivazione lavorativa. È rivolta a coloro che non possono accedere alla Gil. Ad essere interessati da tale misura sono i soggetti con un’età compresa tra 18 e  59 anni, oltre ad un Isee inferiore a quota sei mila euro. L’importo sarà pari a 350 euro per individuo.
  • Prestazione di accompagnamento al lavoro, ovvero Pal. A differenza dell Gil e Gal, la Pal verrà riconosciuta già nel corso del 2023. Ad averne diritto sono coloro che dovranno dire addio al reddito di cittadinanza dopo sette mesi. L’importo dovrebbe essere pari, anche in questo caso, a 350 euro a mese.

Il condizionale è d’obbligo perché al momento si tratta solo di una bozza. Non resta quindi che attendere il decreto ufficiale e vedere quali saranno effettivamente i requisiti delle nuove misure che sostituiranno il tanto discusso reddito di cittadinanza.