Ad oggi non sappiamo fino a quando le scuole resteranno chiuse per l’emergenza Covid-19. Nel frattempo alcuni genitori a casa hanno segnalato di aver ricevuto la richiesta per il pagamento della retta per la mensa scolastica chiusa anche per questo mese. Nel bollettino, ci raccontano, è specificato che la divisione rateale dei pagamenti mensili rappresenta solo un’agevolazione e non è correlata alla fruizione effettiva del servizio. Come prevedibile la cosa ha suscitato reazioni e polemiche. Tutto lecito? Facciamo chiarezza analizzando anche la differenza tra scuola pubblica e privata in merito alla sospensione del pagamento della retta mensa scolastica.

Se l’ente non annulla il versamento si deve pagare anche se la scuola è chiusa? La questione è di interesse generale perché riguarda gli asili così come le università Facciamo chiarezza.

Si deve pagare la retta per la mensa anche se la scuola resta chiusa per l’emergenza coronavirus?

Vista l’importanza della cosa, la faccenda è stata discussa alla Camera. Emerge una differenza tra scuola pubblica e privata non di poco conto. Le prime hanno sospeso il pagamento posto che il servizio, per ovvi motivi, non può essere erogato; per quanto riguarda le scuole private, invece, il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha spiegato che “non rientra nelle competenze del ministero dell’istruzione consentire l’esenzione dal pagamento di tali rette, per le scuole primarie secondarie di primo grado e di secondo grado a gestione privata la cui entità, come noto, è determinata dalla singola istituzione scolastica”. Per quanto riguarda asili e scuole dell’infanzia, stando ai dati Anci (Associazione Nazionale Comuni italiani) quasi tutti i Comuni hanno provveduto a sospendere le rette di mensa e servizio trasporto. E’ stato contestualmente disposto il rimborso alle famiglie per il pagamento delle rette versate in anticipo.

Ma molte famiglie lamentano la situazione opposta, come testimonia anche Federconsumatori che promette di dar voce ai genitori che si sono visti recapitare la richiesta di pagamento lamentando l’assenza nel decreto cura Italia di una misura straordinaria che espressamente “preveda la sospensione del pagamento delle rette scolastiche, universitarie, nonché alle rette delle mense site all’interno degli istituti e quelle relative agli asili nido privati”.

Di seguito le parole del Presidente della Federconsumatori, Emilio Viafora: “i cittadini, provati dalle condizioni economiche precarie determinate da questo delicato frangente, ci segnalano l’impossibilità, in molto casi, di pagare per un servizio di cui non stanno fruendo, a seguito della chiusura degli istituti di ogni ordine e grado”. E conclude: “è impensabile che i cittadini continuino a far fronte a questi onerosi costi.”

L’associazione ricorda anche che in molte aree del Paese l’offerta di asili pubblici scarseggia quindi anche famiglie meno abbienti sono costrette a rivolgersi alle scuole private.

Anche l’associazione Unc (Unione Nazionale Consumatori) è intervenuta a sostegno dei genitori: “essendo sospesi i servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, il consumatore ha diritto di interrompere i pagamenti, ma anche di chiedere la restituzione delle somme versate limitatamente al periodo in cui non può fruire del servizio”. Tale regola sarebbe da considerare prioritaria rispetto a qualsiasi clausola contrattuale visto che siamo in pandemia mondiale.

Altroconsumo invita a ”controllare il contratto firmato al momento dell’iscrizione, e capire se contiene una clausola che prevede il pagamento della retta anche con una chiusura imposta da eventi esterni”. Se questa clausola non è prevista si può procedere con la richiesta del rimborso, oppure scalare l’importo dalle successive mensilità, non appena che il servizio sarà nuovamente disponibile.

Carlo Rienzi, presidente Codacons, ritiene che lo stop al pagamento delle rette di asili e mense dovrebbe “valere per tutte le strutture scolastiche, sia comunali o in concessione, sia private, per non creare disparità di trattamento tra cittadini, e chi ha già pagato dovrà ottenere rimborsi proporzionali al periodo di chiusura”.