Per uniformarsi ad una direttiva europea l’italia ha introdotto nel 2014 la legge che obbliga di riprodurre sul 65% della superficie del pacchetto di sigarette immagini shock con lo scopo di scoraggiare i fumatori spiegando i danni che il fumo provoca.

Anche se lo Stato continua ad incassare miliardi dalla vendita dei prodotti del tabacco grazie alle accise, allo stesso tempo si fa moralista e cerca di scoraggiare i fumatori con una campagna “horror” che ha sortito ben pochi effetti.

I pacchetti di sigarette “dissuasori” sono stati un completo flop? Non si sa, quello che è certo è che i fumatori sono in aumento: nel 2016 erano 1,5 milioni, nel 2017 11,7 milioni.

Il fenomeno si spiega con l’aumento del fumo tra le donne che, dicono, compensa la diminuzione registrata negli uomini.

Sicuramente, quindi, i pacchetti di sigarette shock non hanno avuto un gran successo anche perchè in commercio esistono moltissimi tipi di copripacchetto simpatici e spiritosi che vanno a coprire le grottesche immagini applicate sui pacchetti. A risentire maggiormente della campagna, probabilmente, sono stati i figli dei fumatori: i bambini, infatti, rimangono davvero impressionati da alcune di queste immagini e i genitori, solerti, le coprono per non fargliele vedere.

I pacchetti di sigarette persuasori, quindi, hanno avuto, alla fine, l’effetto opposto a quello desiderato: non hanno scoraggiato i fumatori ma hanno attivato l’area del cervello nucleus accumbens, quella che entra in funzione quando si desidera qualcosa: fumare, appunto.

Le immagini sui pacchetti non hanno avuto alcun effetto sui fumatori, ben consapevoli dei danni che il fumo provoca (nessun fumatore, infatti, negherebbe mai che il fumo fa male): le immagini, quindi, hanno prodotto solo un senso di fastidio che in qualche modo i fumatori hanno cercato di limitare (magari coprendo i pacchetti o scegliendo le immagini meno cruente).