Andare in pensione con Opzione Donna dal 2024 sarà ancora possibile, ma più difficile. La misura per ottenere la pensione anticipata riservata alle lavoratrici dipendenti e autonome non è stata soppressa dal governo. Tuttavia i requisiti, già ampiamente ristretti nel corso del 2023 saranno ulteriormente ridotti dal 1 gennaio del nuovo anno rendendo, di fatto, l’opzione quasi inaccessibile per molte.

Dal 2024 cambia infatti il requisito anagrafico che sale di 1 anno. Si potrà ancora andare in pensione con Opzione Donna, ma solo dopo i 61 anni di età con almeno un’anzianità contributiva di 35 anni.

Ma il taglio più profondo si è fatto lo scorso anno quando la legge di bilancio ha introdotto requisiti soggettivi per le lavoratrici riducendo al lumicino le speranze di lasciare il lavoro 7 anni prima rispetto ai requisiti ordinari previsti per la vecchiaia.

Requisiti per Opzione Donna nel 2024

Per uscire con Opzione Donna dal 1 gennaio 2023 bisognerà anche dimostrare di essere invalide civili con percentuale di riduzione della capacità lavorativa non inferiore al 74%. Oppure caregiver, cioè assistere da almeno 6 mesi familiari con gravi disabilità, come previsto dalla normativa della legge 104/92. Il canale del pensionamento anticipato è fruibile anche se si è state licenziate dal datore di lavoro. O si è dipendenti di un’azienda che si trova in stato di crisi accertata dalle autorità.

Per quanto riguarda il requisiti dell’età anagrafica, dal 1 gennaio 2024 non si potrà accedere a Opzione Donna se non dopo i 61 anni di età. E’ previsto uno sconto fino a 2 anni qualora ci sia uno o più figli per i quali la legge ha salvaguardato le tutele iniziali per le mamme. Per quanto concerne l’anzianità contributiva, invece, i 35 anni dovranno essere interamente versati. Non sono validi per il raggiungimento dei 35 anni di contributi:

  • le indennità di disoccupazione Naspi o Dis-coll;
  • i contributi per la malattia della lavoratrice;
  • i periodi di contribuzione per assistenza al figlio per i primi 6 anni di età.

Il calcolo della pensione

Vediamo ora come si calcola la penalizzazione della pensione.

 Il calcolo con Opzione Donna è effettuato interamente con il sistema contributivo, indipendentemente dall’anzianità contributiva maturata entro il 31 dicembre 1995. E’, di fatto, penalizzante rispetto al sistema di calcolo misto riducendone l’importo anche del 25% in alcuni casi.

La pensione è calcolata sulla base della media dei redditi contributivi degli ultimi 10 anni di lavoro, rivalutati annualmente con l’indice Istat e moltiplicati per il coefficiente di trasformazione in base all’età anagrafica alla decorrenza della pensione. Per calcolare l’importo della pensione con Opzione donna, è necessario conoscere i seguenti dati:

  • Anzianità contributiva (pari ad almeno 35 anni);
  • Retribuzione media mensile degli ultimi 10 anni di lavoro;
  • Età anagrafica alla decorrenza della pensione.

La formula per il calcolo della pensione con Opzione donna è la seguente:

Pensione = (Retribuzione media mensile x coefficiente di trasformazione) / 100

Ad esempio, ipotizziamo una lavoratrice dipendente che abbia maturato un’anzianità contributiva di 35 anni, una retribuzione media mensile degli ultimi 10 anni di lavoro di 2.000 euro e un’età anagrafica alla decorrenza della pensione di 61 anni. L’importo della pensione sarà pari a: 2.000 x 0,4744/100 = 948,80 euro.

Riassumendo…

  • Si restringono ulteriormente i requisiti di accesso a Opzione Donna nel 2024.
  • L’età anagrafica sale di un anno (61 anni) e servono almeno 35 anni di contributi.
  • La pensione è calcolata solo con il sistema contributivo, più penalizzante rispetto a quello misto.