Andare in pensione con Opzione Donna non è vantaggioso come sembra. Posto che bisogna rientrare da quest’anno anche in condizioni di disagio sociale, i requisiti anagrafici e contributivi incidono sul calcolo della rendita.

In particolare quelli anagrafici, poiché quelli contributivi restano fissi per tutte le lavoratrici a 35 anni. Da quest’anno il legislatore riconosce, infatti, uno sconto di uno o due anni rispetto ai 60 richiesti per color che hanno rispettivamente uno o più figli. Ma perché sarebbero più svantaggiate le lavoratrici con figli?

Mamme svantaggiate con Opzione Donna

Opzione Donna, si sa, è molto penalizzante dal punto di vista del calcolo della pensione.

Due fattori pesano sostanzialmente sull’assegno: l’età e il sistema di liquidazione basato sul calcolo contributivo puro.

Sostanzialmente, però, è l’età anagrafica che incide maggiormente sul calcolo dell’assegno. La pensione è liquidata partendo dal montante contributivo della lavoratrice a cui si applica il coefficiente di trasformazione in base all’età anagrafica al momento della richiesta di pensione.

A parità di contributi, quindi, una lavoratrice che va in pensione anticipata con Opzione Donna a 58 anni prenderà meno di una che ci va a 60 anni. Perché facciamo questa differenza? Perché le donne con figli possono andare in pensione prima, come previsto dalla Legge di bilancio 2023. E se questo può considerarsi un vantaggio dal punto di vista anagrafico, in effetti non lo è dal punto di vista economico.

Avere dei figli e andare in pensione prima con Opzione Donna è quindi più penalizzante. Con un montante contributivo da 200 mila euro, ad esempio, si ottiene una pensione da 8.756 euro all’anno a 58 anni. Mentre a 60 anni, con lo stesso montante, si ottiene una rendita di 9.230 euro. Una differenza del 5,4%.

Pensione di lusso per le lavoratrici

Si dice così che Opzione Donna rappresenti un lusso per poche. Di fatto, le lavoratrici che possono e scelgono di andare in pensione con questo sistema devono mettere in conto una forte penalizzazione economica.

Non tanto dovuta al sistema di calcolo contributivo, quanto alla “giovane” età del pensionamento rispetto alla generalità delle lavoratrici. E’ infatti questo che penalizza più di tutto sul calcolo dell’importo della pensione.

Quindi per la generalità delle lavoratrici la pensione così calcolata rischia di essere insufficiente per vivere. Come dimostrato dai dati Inps che evidenziano come il 90% di chi ha scelto Opzione Donna per lasciare il lavoro percepisca meno di 1.000 euro al mese di pensione.