A oggi, considerati gli ultimi chiarimenti della Guardia di Finanza, l’obbligo di accettazione di pagamento tracciabile sembra solo una presa in giro. Infatti, se il Governo avesse voluto rendere effettivo l’obbligo, avrebbe dovuto rendere obbligatorio il POS e non astrattamente prevedere l’obbligo di accettare pagamenti tracciati.

A ogni modo, a oggi, l’unico caso in cui l’obbligo di accettare pagamenti tracciabili non trova applicazione, è legato solo all’oggettiva impossibilità tecnica.

Detto ciò, la Legge di bilancio prevede una soglia entro la quale l’esercente non sarà tenuto ad accettare pagamenti tramite carta.

L’obiettivo del Governo è quello di alleggerire i costi sostenuti dagli esercenti per le commissioni bancarie sulle transazioni tracciate di piccolo importo.

L’obbligo di accettazione di pagamenti tracciabili

In base alle norme attuali, art.15 del DL 179/2012, come modificate dal D.L. 36/2022, cosiddetto nuovo decreto PNRR, dal 30 giugno 2022, imprese e professionisti hanno l’obbligo di accettare pagamenti elettronici da parte dei propri clienti. Ciò che è obbligatoria è l’accettazione di pagamenti tracciabili. Dunque,  è errato parlare di di POS obbligatorio.

L’obbligo di accettazione dei pagamenti elettronici, deve essere rispettato in riferimento ai pagamenti effettuati dai privati per beni e servizi acquistati tramite:

  • bancomat,
  • carte di credito e
  • prepagate.

Se l’esercente consente al cliente di pagare tramite i suddetti strumenti, allora l’obbligo in parola è da intendersi rispettato.

A oggi, non vi è alcun riferimento ad altre modalità di pagamento che permetterebbero di rispettare l’obbligo. Di conseguenza, l’obbligo in esame, non può ritenersi rispettato se il pagamento è consentito tramite le  app di pagamento ( PayPal, hype, ecc) e i pagamenti tramite NFC (es. Samsung Pay, Google Pay, Apple Pay). Neanche i bonifici sono citati dalla norma.

Difatti, rimangono fuori, nel senso che non rientrano tra i pagamenti elettronici richiamati dalla norma: le app di pagamento ( PayPal, hype, ecc) e i pagamenti tramite NFC (es. Samsung Pay, Google Pay, Apple Pay).

Neanche i bonifici sono citati dalla norma.

Con successivi decreti del Ministro dello sviluppo economico, potrà essere disposta l’estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili (tramite cellulare).

Le sanzioni in caso di violazione dell’obbligo

In caso di mancata accettazione di pagamenti elettronici di qualsiasi importo, si applica:

  • una sanzione amministrativa di importo pari a 30 euro,
  • aumentata del 4 per cento del valore della spesa per la quale è stato rifiutato il pagamento elettronico.

Trovano operatività le procedure e i termini previsti dalla legge (legge 24 novembre 1981, n. 689), ad eccezione della norma sul pagamento in misura ridotta. Dunque, la sanzione va pagata per intero.

A far rispettare la norma, sono incaricati:

gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria nonchè gli altri organi di cui all’art.13 della legge n° 689/1981.L’autorita’ competente a ricevere il rapporto di cui all’articolo 17 della medesima legge e’ il Prefetto del territorio nel quale hanno avuto luogo le violazioni.

La Guardia di Finanza ha chiarito che le sanzioni scattano solo laddove l’impresa o il professionista non accetta il pagamento tramite bancomat, carte di credito e prepagate. Ciò significa che, se il cliente decide di pagare in contanti, non potrà scattare alcuna sanzione anche se l’esercente non è dotato del POS.

Cosa cambia con la Legge di bilancio 2023?

Con la Legge di bilancio, il Governo interviene sull’ “obbligo di POS” in esame, prevedendo che l’obbligo non deve essere rispettato:

  • limitatamente alle transazioni di valore inferiore ai 30 euro, nelle ipotesi individuate con apposito decreto del Ministro delle imprese e made in Italy, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze,
  • che stabilisce criteri di esclusione al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e di assicurare l’economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse.

In poche parole, considerato che gli esercenti pagano le commissioni alle banche per ogni operazione, pure per quelle di importo più piccolo, il Governo ha deciso di dare loro una mano facendo cadere l’obbligo di POS per le transazioni inferiori a 30 euro.

Dunque, se l’esercente non accetta pagamenti tracciati per operazioni inferiori a 30 euro, non potrà essere soggetto a sanzioni. A ogni modo, sarà il suddetto decreto ad individuare le operazioni rispetto alle quali l’obbligo decade.

Inoltre, fino all’attuazione del suddetto decreto,  sono sospesi i procedimenti ed i termini per l’adozione delle sanzioni sopra trattate.