Ci siamo, parte ufficialmente la fase successiva al reddito di cittadinanza come da tempo previsto. Naturalmente parte per chi ha perduto il reddito di cittadinanza in questi ultimi mesi e per chi lo perderà prima della fine del 2023. Perché chi ha maturato il diritto fino al 31 dicembre 2023, dovrà passare a gennaio 2024 all’assegno di inclusione, che è l’altra misura con cui il governo ha detto addio al reddito di cittadinanza. Oggi la novità del supporto alla formazione e al lavoro, che è la misura che parte dal primo settembre, è stata spiegata dal Ministro Calderone in persona.

Adesso vediamo come funziona la misura per rispondere non ad un quesito di un lettore ma alla serie infinita di domande di questo genere che arrivano copiose alla nostra redazione. Domande che provengono dai soggetti di età compresa tra i 18 ed i 59 anni con famiglie prive di minori, invalidi o anziani sopra i 60 anni di età, a cui il governo ha deciso di bloccare il reddito di cittadinanza dopo soli 7 mesi di fruizione nel 2023.

Nuovo supporto formazione e lavoro al posto del reddito di cittadinanza, la guida ufficiale

Oggi il Ministro del Lavoro e delle politiche attive, Marina Calderone ha pubblicamente presentato il SIISL, ovvero il  Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa. Si tratta dello strumento da cui parte tutta la macchina operativa del Supporto formazione e lavoro, cioè della nuova misura per gli occupabili al lavoro. La piattaforma chiamata SIISL non farà altro che facilitare l’incrocio tra domande e offerte sia per la formazione che per il lavoro. Con la presentazione di questo strumento parte ufficialmente il via al post reddito di cittadinanza. Il Supporto alla formazione e al lavoro quindi, riguarda soggetti e famiglie che hanno perso già adesso il reddito di cittadinanza. La novità non riguarda quanti non hanno ricevuto l’SMS di stop al vecchio sussidio.

Pertanto i componenti di famiglie che al loro interno hanno minori, disabili o over 60, o chi, pur se attivabile al lavoro è stato preso in carico dai servizi sociali del proprio Comune, non devono fare nulla.

Come fare domanda per il Supporto alla formazione e al lavoro

Dal primo settembre sul sito dell’INPS e quindi con le credenziali di accesso classiche che restano quelle del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), della Carta di Identità Elettronica (CIE) e della Carta Nazionale dei Servizi (CNS), si potranno presentare le domande. L’accesso all’area riservata del sito dell’INPS è la via classica. Soluzione questa che però può essere sostituita dai Patronati, che potranno subito dare manforte ai richiedenti operando come prassi per delega dei diretti interessati. Ai CAF tale possibilità sarà ammessa a partire dal 2024. La misura riguarda quindi gli occupabili affinché per loro diventi più semplice l’ingresso nel mondo del lavoro. La pirma cosa che serve come sempre con misure assistenziali di questo genere è un ISEE che non può essere superiore a 6.000 euro. E deve essere un ISEE in corso di validità.

Lavoro, formazione e come funziona la misura

Gli interessati devono, oltre che presentare domanda per il Supporto alla formazione e al lavoro, iscriversi alla piattaforma prima citata. Una piattaforma dove ci saranno dentro anche gli uffici di collocamento le agenzie per il lavoro, i Comuni, gli enti per il servizio civile ed ogni altro soggetto accreditato all’operazione. Una volta iscritti in piattaforma gli interessati dovranno contattare almeno tre agenzie tra quelle che sono dentro il sistema. E poi sottoscrivere il patto di attivazione digitale che precede il successivo patto di lavoro o di servizio personalizzato. La misura offrirà un sostegno economico pari a 350 euro al mese e per un massimo di 12 mesi.

La frequentazione dei corsi di formazione, delle varie attività o il rifiuto a partecipare a queste iniziative o dire di no ad una sola offerta di lavoro fa perdere il beneficio.