Torniamo ad occuparci di un argomento “caldo” in estate, le vacanze figli divorziati. Ci scrive un lettore di cui manteniamo l’anonimato:

“Può la mia ex moglie andare in vacanza con il suo nuovo compagno e portare le mie figlie anche se non è intervenuta ancora una sentenza del giudice su questo punto?”

Le regole sulla frequentazione dei figli con il nuovo compagno dell’ex moglie o marito sono attuali tutto l’anno ma durante il periodo estivo le richieste di parere si intensificano perché in vista dell’organizzazione delle vacanze il problema si potrebbe accentuare.

Anche se, infatti, il genitore collocatario non ha ancora fatto il passo di andare a vivere insieme al nuovo compagno/a, può sorgere in estate il desiderio di fare una vacanza insieme.

L’ex marito o moglie può presentare i figli al nuovo compagno/a?

Premesso che l’interesse primario tutelato è sempre quello della prole, vediamo qual è la posizione della giurisprudenza.

C’è un solo caso in cui può essere vietato al genitore divorziato di far frequentare il nuovo partner ai figli, ossia quando questi ultimi potrebbero essere turbati da tale circostanza (Cass. sent. n. 11448/17 del 10.05.2017). E’ evidente però che devono sussistere delle motivazioni concrete e comprovate. Non basta, all’uopo, e a differenza di quanto qualcuno ritenga erroneamente, che la separazione sia intervenuta per addebito e che il nuovo partner sia colui/colei con il quale è avvenuto il tradimento.

Giù dieci anni fa, la Cassazione, con sentenza n. 283 del 2009 ha chiarito che l’ex-coniuge ha tutto il diritto di frequentare un nuovo partner anche in presenza dei figli.

La prima regola dovrebbe essere sempre quella del buon senso: la strada preferibile sarebbe quindi quella di confrontarsi per decidere insieme come tutelare i figli e se i tempi sono maturi per fargli conoscere il nuovo compagno (o se la situazione della vacanza con i figli è quella più indicata per loro).

Purtroppo il condizionale è d’obbligo perché non sempre ciò accade. Anzi non di rado i figli finiscono tristemente per essere usati come uno strumento per vendette e rancori in fase di divorzio.