Con un emendamento del Governo, che ha molte probabilità di essere approvato nel Decreto Milleproroghe, ecco fare capolino un’importante novità per le cartelle esattoriali e per la rottamazione delle stesse. Pochi si sono resi conto che se c’è stata una mancanza nell’operato del Governo tra Legge di Bilancio e la manovra, è l’assenza di una nuova sanatoria cartelle.

Ma qualcosa per questi debiti a carico di molti contribuenti, si muove comunque. Ci sono novità che potrebbero tornare utili a molti contribuenti che hanno perso il diritto alla rottamazione delle cartelle, nonostante abbiano prodotto domanda.

“Salve, sono un contribuente che ha presentato domanda di rottamazione delle cartelle esattoriali e ha ottenuto la rateizzazione massima di 18 rate. Le prime due rate però, per un totale di 4.000 euro, non le ho potute pagare. Scadevano il 31 ottobre 2023 e il 30 novembre 2023. Ho perso il diritto alla rottamazione o ci sono altre possibilità? Inoltre volevo chiedervi se sapete qualcosa su eventuali altre sanatorie, perché i debiti che sono stati inseriti come possibili da rottamare lo scorso anno, terminavano al 30 giugno 2022, e io ne ho di più freschi. Grazie mille e resto in attesa dei vostri riscontri.”

Nuova rottamazione cartelle nel decreto Milleproroghe? Ecco cosa sta accadendo

Per la rottamazione quater, per la quale i contribuenti hanno presentato domanda entro il 30 giugno 2023, sta arrivando la scadenza della terza rata. Infatti il 29 febbraio prossimo scade la terza delle 18 rate previste dalla sanatoria. Poi ci saranno le rate del 31 maggio, del 31 luglio e del 30 novembre. E febbraio, maggio, luglio e novembre saranno i mesi di scadenza anche nel 2025, 2026 e 2027.

Le prime due rate invece scadevano il 31 ottobre 2023 e il 30 novembre 2023. Una delle condizioni ostative di questa quarta versione di rottamazione delle cartelle esattoriali era la distanza ravvicinata delle prime due rate. E anche l’importo di questi primi due pagamenti, che dovevano coprire il 20% del debito rottamato.

In pratica, due rate pari al 10% cadauna del totale delle cartelle esattoriali da pagare, scontate dalla sanatoria. E per debiti elevati le prime due rate troppo vicine erano troppo costose da sopportare.

Cambiano le scadenze della rottamazione quater? Ecco cosa bolle in pentola

Le due criticità prima descritte sono forse quelle che hanno prodotto un elevato numero di contribuenti inadempienti con una delle prime due rate, o con entrambe. Come per esempio ci dice di essere il nostro lettore. Fin da subito queste problematiche hanno costretto il Governo a un intervento.

Con il Decreto Anticipi 2023, furono riaperte le possibilità di adesione alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Bastava pagare le prime due rate evase entro il 18 dicembre per tornare in pista con la rottamazione precedentemente decaduta. Ma visto che è rimasto ancora elevato il numero di inadempimenti e decaduti dalla rottamazione quater, ecco entrare in azione un possibile correttivo con il Decreto Milleproroghe.

Si tratta di una operazione simile a quella fatta con il Decreto Anticipi prima citato. La nuova data di scadenza pensata dalla maggioranza di Governo con questo emendamento è il 31 marzo prossimo. Una nuova possibilità per sanare in misura agevolata le proprie cartelle esattoriali.

Per gli indebitati nuova chance di mettersi in regola con le cartelle esattoriali

Chi non ha ancora provveduto a pagare le prime due rate, se entro il 31 marzo paga tutte quelle arretrate (ed entra anche quella del 29 febbraio prossima a scadere), torna a poter godere della rottamazione. Che come tutti sanno offre lauti sconti su sanzioni e interessi con il debito iniziale della cartella esattoriale che viene nettamente diminuito. Il provvedimento è tutto ancora da approvare, anche se le possibilità, trattandosi di un emendamento della maggioranza, non sono poche. A

desso si attende il via libera da parte della Ragioneria Generale dello Stato che deve considerare l’impatto economico del provvedimento.

Naturalmente per quanto riguarda le rate successive, da quella in scadenza il 31 maggio 2024 all’ultima del 30 novembre 2027, nulla cambierebbe.