Con la nuova Legge di Bilancio sono entrate in vigore alcune novità previdenziali molto importanti anche se non sono quelle che gli italiani si aspettavano. La riforma delle pensioni slitta al 2024, almeno stando a ciò che trapela dalle stanze del Governo. Per il momento la Legge di Bilancio 2022 passerà agli annali come quella che ha introdotto per la prima volta la quota 103. Una misura che prende il posto delle ultime quota 100 e quota 102. Ma non è l’unica novità introdotta dal Governo e adesso andremo a elencarle in estrema sintesi in una sorta di riepilogo.
Anche per rispondere ai tanti lettori che ci chiedono spiegazioni.

I chiarimenti richiesti dai nostri lettori

“Gentili esperti, mi spiegate in estrema sintesi come funziona la quota 103 dal momento che ho 62 anni di età già adesso e che nel 2023 completo i 41 di contributi? Se resto al lavoro cosa ci guadagno? Se non erro c’è un bonus.”
“Salve, sono Marta e sono una lavoratrice che vorrebbe capire la possibilità di rientrare in opzione donna. Compio 58 anni a settembre 2023, ho avuto due figli e i 35 di contributi li ho già adesso. Ma che altri requisiti dovrei avere visto che mi sembra siano cambiate le cose?”
“Buonasera, mio marito è stato riconosciuto invalido al 100% a settembre. Ma non prende l’accompagnamento. Mi chiedevo se, dal momento che è a casa con me, e che gli presto assistenza, posso rientrare nell’Ape sociale come caregiver? Ho 63 anni di età e una trentina di contributi. Voi cosa dite?”

La quota 103 nel 2023, ecco come

pensioni
La quota 103 come meccanismo somiglia alla quota 100 e alla quota 102 che in questi anni hanno interessato i lavoratori. Sono le due misure che hanno preceduto la novità del Governo. Infatti quando si parla di misure a quote, si esce dal lavoro quando la somma di età e contributi, a partire da soglie minime prefissate, dà il risultato esatto della quota.
Viene fissata una determinata soglia di contributi da racimolare e allo stesso tempo viene fissata una determinata soglia dell’età anagrafica. Ed è su questi aspetti che la differenza tra quota 103 e le altre misure del passato si nota di più. Infatti si è passati in breve dai 38 anni di contributi versati ai 41 anni. Infatti, sia la quota 100 che la quota 102 avevano nei 38 anni la soglia contributiva da centrale. La quota 103 invece passa a 41 anni.

Il nuovo Bonus Maroni, di cosa si tratta?

Un autentico incentivo per chi resta al lavoro anche se ha completato i requisiti per la quota 103. Questo ciò che prevede il Bonus Maroni, chiamato così perché simile a quello che nel 2003 inserì l’allora Ministro del Lavoro Roberto Maroni. Un autentico incentivo a restare al lavoro, con il 9,19% in più di stipendio. In pratica per chi resterà al lavoro nonostante i requisiti maturati per la pensione, ma solo per quota 103, l’aliquota contributiva a suo carico ogni mese non verrà trattenuta dal datore di lavoro generando uno stipendio più alto.

L’APE sociale prorogata senza grandi novità

Serviranno le circolari INPS per capire come sfruttare e aderire alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio. Servirà la circolare che illustrerà il meccanismo della quota 103. E servirà per capire come quelli che vi rientrano segnaleranno la volontà di proseguire il lavoro anche se hanno completato i requisiti per la quota 103. Ma c’è poco da attendere per l’Ape sociale. La misura di fatto è un prolungamento della versione valida fino a oggi. Semplicemente 12 mesi in più di validità per una misura che doveva cessare il 31 dicembre 2022. E potranno andare in pensione nel 2022 quanti hanno maturato almeno 63 anni di età nel 2023, con almeno 30 anni di contributi. Ma solo se anche invalidi al 74% almeno, disoccupati e caregiver da almeno 6 mesi.
Invece per chi svolge una delle mansioni gravose il cui elenco è riportato sul sito dell’INPS nella scheda dedicata all’Ape sociale, serviranno 36 anni di contributi e non 30.

Opzione donna modificata

Cambia invece Opzione donna, nonostante anche per il regime sperimentale donna si tratti di una proroga con estensione di 12 mesi della validità della misura come per l’Ape sociale. E bisognerà attendere le istruzioni dell’INPS in questo caso per capire bene le novità. Al momento possiamo intendere che serviranno in genere 60 anni di età e 35 anni di contributi per andare in pensione con l’opzione. E il doppio vincolo è inteso come completato solo entro il 31 dicembre 2022 e non oltre. Per le lavoratrici con un solo figlio avuto, l’età di uscita scende a 59 anni. Per quante hanno avuto due o più figli, pensione con Opzione donna scende a 58 anni. Ma non tutte le lavoratrici potranno godere di questo scivolo tra i 58 e i 60 anni. Oltre ai sopracitati requisiti infatti serviranno alcuni requisiti simili all’Ape sociale e cioè essere disoccupate, caregiver, invalide o assunte in aziende con procedure di crisi avviate.