Si ritorna a parlare di pensione per le donne, perché il governo ha deciso di aprire ad un altro anno di agevolazione per le lavoratrici. Infatti che opzione donna venga lasciata morire così come sarebbe previsto, cioè al 31 dicembre 2023, ormai è fuori discussione. Per le donne anche il 2024 avrà alcune misure di vantaggio. Ma quali saranno? Al momento due sono le ipotesi in campo e adesso le analizzeremo da vicino.

“Gentile redazione, sono una donna lavoratrice che ha raggiunto l’altro ieri sessant’anni di età.

Dal momento che ormai ho 37 anni di contributi versati volevo capire se ci potessero essere delle novità riguardo la nostra pensione agevolata. Mi riferisco a quella per noi lavoratrici. Ci sono le condizioni per chi come me, con quella età e quella contribuzione, potrà accedere ad una pensione anticipata?”

Novità opzione donna: a 61 o 62 anni di età con un assegno temporaneo? Ecco le ultime

La pensione per le donne è uno degli argomenti cardine dello studio del governo sul pacchetto previdenziale della prossima legge di Bilancio. Infatti se è vero che la conferma dell’Ape sociale e della quota 103 sono molto attese, non mancano le lavoratrici che si aspettano buone nuove dal governo per quanto riguarda opzione donna o qualcosa di simile. E la nostra lettrice ne è esempio lampante. Come dicevamo in premessa però, sono due le ipotesi sul campo. Ipotesi che rispondono ai quesiti come quelli della nostra lettrice e che riguardano quindi le lavoratrici. In primo luogo ci sarebbe l’idea che confermare opzione donna più o meno allo stesso livello di oggi. In termini pratici, riducendo la platea delle potenziali beneficiarie alle quattro categorie già oggi previste. Unica novità, l’eliminazione del vincolo dei figli che abbassa l’età pensionabile per alcune di loro. La seconda via invece sarebbe una estensione dell’attuale Ape sociale a tutte le lavoratrici a prescindere dalle categorie e magari alzando di qualche anno l’età pensionabile rispetto ad opzione donna.

La proroga dell’opzione donna, come dovrebbe essere?

Ormai sembra tramontata l’ipotesi di rinnovare opzione donna nel 2024, copiandone il funzionamento che ha avuto la stessa misura fino al 31 dicembre 2023. Riportare opzione donna ad essere fruibile dalle lavoratrici dipendenti che hanno compiuto 58 anni di età e delle lavoratrici autonome che hanno compiuto 59 anni di età, con 35 anni di contributi versati, è una cosa ormai che nessuno pensa più di fare. Il governo infatti per l’opzione donna starebbe pensando soltanto ad eliminare il vincolo dei figli dalla misura. In pratica consentendo anche alle invalide e alle caregiver di poter uscire a 58 anni di età con 35 anni di contributi versati. Una cosa che oggi non è ammessa a meno che queste donne non hanno avuto uno o più figli durante la loro vita.

Stop ad alcuni vincoli per le lavoratrici, ma nessun allargamento di platea

Con la proroga 2023 la misura è stata aperta soltanto alle invalide e alle caregiver con 60 anni di età e 35 anni di contributi versati. Oppure alle disoccupate o alle lavoratrici alle prese con le crisi aziendali con 58 anni di età e 35 anni di contributi versati. Invalide e caregivers con un solo figlio avuto durante la loro vita possono godere di un’agevolazione di un anno sull’età pensionabile che quindi dai 60 anni scende a 59. Con due o più figli invece l’agevolazione diventa di due anni e quindi l’uscita ammessa è a 58 anni di età e 35 anni di contributi versati. L’ipotetica novità di cui parla il governo adesso riguarda sostanzialmente l’eliminazione di questi vincoli sui figli per le invalide e per quante hanno parenti stretti conviventi e invalidi da assistere.

Ape sociale anche per le donne, ma come? ecco l’alternativa ad opzione donna nel 2024

Pensione

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La via del tutto nuova che porterebbe la misura, probabilmente, a cambiare nome e a chiamarsi Ape rosa è l’unica alternativa alla proroga di opzione donna.

Infatti nelle ultime ore torna a destare interesse l’ipotesi di una misura che conceda alle lavoratrici un reddito ponte per arrivare alle pensioni di vecchiaia a 67 anni. A partire dai 61 o 62 anni di età in pratica, si pensa ad estendere la possibilità di godere di una pensione temporanea fino ai 67 anni di età. Una specie di assegno di accompagnamento alla pensione vera e propria. Bisognerà vedere come verrà impostata la misura, sempre che venga varata dal momento che è solo una semplice idea. La carriera contributiva necessaria potrebbe restare la stessa di opzione donna e quindi fissata a 35 anni di contributi. Bisognerebbe capire se resterà il vincolo del ricalcolo contributivo della prestazione. Oppure se la misura seguirà la linea dell’Ape sociale. In questo caso si parla di una misura non reversibile, non indicizzabile, senza assegni familiari, tredicesima e maggiorazioni e di importo massimo fino a 1.500 euro.