C’è chi tra novembre e dicembre riceverà non solo bonus 150 euro bensì un contributo una tantum per complessivi 350 euro. Una manna dal cielo contro il caro bollette. Vediamo di chi si tratta.

Diciamo subito che in realtà si arriva ad un bonus di 350 euro grazie alla somma di due sussidi, ossia il bonus 200 euro del decreto Aiuti ed il bonus 150 euro del decreto Aiuti ter. Entrambi sono una “tantum”, nel senso che sono pagati per una sola volta.

Le categorie di soggetti beneficiari sono le stesse, ossia:

  • lavoratori dipendenti (anche se quelli del settore privato) hanno dovuto presentare autodichiarazione in azienda)
  • pensionati
  • percettori reddito di cittadinanza
  • percettori NASPI e altre prestazioni INPS (come disoccupazione agricola)
  • titolari di rapporti di lavoro co.co.co.
  • lavoratori autonomi (con e senza partita IVA)
  • colf e badanti
  • collaboratori sportivi
  • lavoratori stagionali e dello spettacolo.

Bonus 200 euro, chi lo ha avuto a luglio e chi NO

Tra le categorie indicate in premessa c’è da distinguere chi, con riferimento al bonus 200 euro del decreto Aiuti lo ha già percepito a luglio scorso e chi invece NO (ma dovrà ancora percepirlo).

Lo hanno percepito nel mese di luglio:

  • lavoratori dipendenti
  • pensionati
  • percettori reddito di cittadinanza
  • percettori NASPI e altre prestazioni INPS (come disoccupazione agricola)

I primi, lo hanno ricevuto direttamente in busta paga sulla retribuzione di competenza del mese di luglio 2022. Lo ha anticipato il datore di lavoro, il quale poi la ha recuperato con la compensazione nel flusso mensile Uniemens. Il lavoratore dipendente del settore privato, per vedersi pagare il contributo, ha dovuto presentare in azienda il modello di autocertificazione requisiti bonus 200 euro. I lavoratori statali, invece, NO.

Le altre 3 categoria, lo hanno ricevuto (sempre a luglio) direttamente dall’INPS senza la necessità di presentare domanda e nemmeno qualche modello di autocertificazione.

Per i restanti soggetti ammessi al beneficio, invece, il bonus 200 euro è stato subordinato alla necessità di presentare domanda all’INPS (o in alcuni caso alla propria cassa professionale di appartenenza).

Per colf e badanti la domanda è scaduta il 30 settembre 2022. Per domanda bonus 150 euro partita IVA e bonus 200 euro partita IVA, l’ultimo giorno è stabilito al 30 novembre 2022. Per gli altri a scadenza bonus 200 euro è al 31 ottobre 2022.

Il pagamento del bonus 150 euro

Come detto, il bonus 150 euro del decreto Aiuti ter spetta alle stesse categorie dei 200 euro. Alcuni lo ricevono in automatico. Ciò, ad esempio, avverrà (quindi, senza dover fare domanda) a novembre per:

  • lavoratori dipendenti (busta paga)
  • pensionati (lo paga l’INPS)
  • percettori reddito di cittadinanza (lo paga l’INPS)
  • percettori NASPI e altre prestazioni INPS (lo paga l’INPS).

Anche colf e badanti lo riceveranno in automatico. I beneficiari saranno gli stessi che hanno presentato domanda per i 200 euro.

Le altre categorie, avranno diritto ai 150 euro dietro domanda. E il bonus sarà pagato dall’INPS (o altra cassa di appartenenza).

Il beneficio sarà pagato tra novembre e dicembre. Quindi, c’è chi vedrà pagarsi a novembre complessivi 350 euro. Ad esempio, un titolare di rapporto di lavoro co.co.co che presenta domanda per bonus 200 euro ad ottobre e allo stesso tempo presenta anche quella per il bonus 150 euro, ne consegue che, nel rispetto dei requisiti, avrà un sussidio complessivo di 350 euro. A differenza, invece, di un lavoratore dipendente che ha visto scorporarsi i due contributi (uno a luglio e l’altro a novembre).

Il requisito reddituale bonus 150 euro è diverso

C’è, tuttavia, da considerare una netta differenza nel requisito reddituale per il bonus 150 euro e quello per i 200 euro.

Per i lavoratori dipendenti, se ci riferiamo al bonus 200 euro era richiesto che per almeno una mensilità da gennaio 2022 al 23 giugno 2022 l’imponibile previdenziale da busta paga non fosse superiore a 2.692 euro (vedi anche Messaggio INPS n. 2397 del 13 giugno 2022).

Mentre per quello di 150 euro, al fine di averne diritto, è richiesto che la retribuzione imponibile di novembre non sia superiore a 1.538 euro (art. 18 decreto Aiuti ter).

Per le altre categorie di lavoratori, invece, mentre per il bonus 200 euro è necessario che il reddito personale del 2021 NON sia superiore a 35.000 euro, per il bonus 150 tale soglia scende a 20.000 euro.

Dunque, se ad esempio, ci riferiamo ad un lavoratore autonomo:

  • se il reddito personale 2021 è superiore a 20.000 euro ma NON a 35.000 euro, questi avrà diritto solo ai 200 euro
  • laddove il reddito personale 2021 fosse inferiore a 20.000 euro, a questi spetta un bonus 150 euro più il bonus 200 euro.

Non gli spetterebbe nulla, invece, in caso di reddito personale 2021 superiore a 35.000 euro.