Nel sistema pensionistico italiano ci sono misure e prestazioni che vengono centrate solo completando tutti i requisiti previsti e non soltanto i classici requisiti di età e contributi a cui molti contribuenti prestano attenzione. Una misura molto particolare che mette in luce proprio questa situazione è l’Anticipo pensionistico sociale a 63 anni di età. Con i contribuenti che nonostante hanno la giusta giusta età e la giusta contribuzione rischiano di non poter andare in pensione anche se hanno la giusta contribuzione.

La misura infatti per ogni singola categoria a cui si rivolge presenta particolari requisiti da completare. Un nostro lettore infatti si trova in questa situazione che non gli permette di avere accesso alla misura e che potrebbe impedirgli il pensionamento per sempre se il governo non confermerà l’Ape sociale anche l’anno venturo.

“Salve, sono un disoccupato da 20 giorni. Infatti ho perso il lavoro il mese scorso e adesso ho diritto a 6 mesi di Naspi. Avendo 63 anni di età e 36 di contributi, entro nel perimetro dell’Ape sociale. Ma da quanto ho capito, se il governo non proroga la misura, io sono tagliato fuori. Perché la mia Naspi scade nel 2024 e solo al termine della Naspi potrei rientrare nell’Ape. Giusto?”

Niente pensione a 63 anni anche con i contributi perfettamente raggiunti, ecco il caso che pochi considerano

L’Ape sociale è una misura appannaggio degli invalidi con il 74% di invalidità e dei caregiver che assistono da oltre sei mesi un familiare disabile e convivente al loro carico. Inoltre per chi ha svolto in 7 degli ultimi 10 anni o in 6 degli ultimi 7 un lavoro considerato gravoso, l’Ape sociale è una misura che consente il pensionamento anticipato. Stesso discorso infine per i disoccupati come è adesso il nostro lettore. Ma proprio per questa categoria si manifestano le problematiche maggiori dei requisiti ulteriori da completare.

Perché oltre ai 63 anni di età ed ai 30 anni di contributi versati tipici della misura per invalidi, caregivers e disoccupati (per i gravosi servono carriere da 32 o 36 anni), bisogna aver terminato di percepire interamente la Naspi. Serve innanzitutto rientrare nel perimetro della Naspi quindi. Perché lo status di disoccupato deve nascere dalla perdita involontaria del rapporto di lavoro. In parole povere chi si dimette dal posto di lavoro perché raggiunge i requisiti per avere accesso all’Ape sociale, non ha diritto alla misura.

La cristallizzazione del diritto per la pensione, ma non per l’Ape sociale

In Italia c’è un particolare istituto che si chiama cristallizzazione del diritto. in pratica un lavoratore se ha maturato entro la data di scadenza di una misura, i requisiti utili alla stessa misura, non deve per forza di cose andare immediatamente in pensione. Perché matura il diritto e lo conserva nel tempo. In parole povere, può andare in pensione anche negli anni successivi, anche se la misura per la quale ha raggiunto i requisiti cessa di esistere. Questa regola non vale per l’Ape sociale. Proprio alla luce del fatto che la misura ha dei requisiti specifici e temporanei da maturare oltre ad età e contribuzione. Significa che se un caregiver ha iniziato ad assistere un parente invaldo solo ad agosto, non farà in tempo a completare i 6 mesi di convivenza con il disabile, entro il 31 dicembre 2023. L’Ape infatti scade proprio a fine anno. Il governo pare intenzionato a riproporla anche per il 2024 ma non è ancora certo. Bisogna attendere la Legge di Bilancio. Anche per i disoccupati la situazione è la medesima.

NASPI terminata, ecco l’Ape sociale

Per andare in pensione con l’Ape sociale come disoccupato, serve terminare di prendere tutta la Naspi. Se entro la fine del 2023 la Naspi è ancora in corso, viene meno uno dei requisiti utili alla misura.

E se l’Ape non viene prorogata, nonostante età e contributi raggiunti, il vincolo della Naspi la rende non fruibile. Ed il nostro lettore è proprio in questa condizione. Solo a misura confermata, il nostro lettore potrà immediatamente sfruttare l’occasione dell’Anticipo pensionistico sociale. Ed al riguardo diciamo che non deve nemmeno attendere i 3 mesi di vuoto dall’ultima Naspi percepita per avere accesso alla misura. Questo ulteriore vincolo valeva per l’Ape sociale fino al 2022. Adesso bisogna attendere tre mesi dall’ultima Naspi percepita solo per la quota 41 precoci, altra misura appannaggio di chi ha perso involontariamente il lavoro.