La rottamazione Quater è alle porte: a gennaio scatterà in automatico per i debiti sotto i mille euro. Resta però il nodo multe da sciogliere. All’inizio con entusiasmo era stato annunciato che anche le contravvenzioni sotto i mille euro sarebbero state cancellate. Poi il dietrofront, dietro le proteste dei Comuni.
Non puoi donare una cosa che non è tua: il paradosso della rottamazione multe deciso dall’alto

Immagina di dovere dei soldi al signor Mario Rossi. Un giorno ricevi una telefonata in cui una voce cordiale ti dà una bella notizia.

Non devi più pagare niente! Tutto contento, prima di agganciare fai per ringraziare il signor Rossi per il suo atto di clemenza e dall’altro capo della cornetta senti rispondere “Ah no ma io sono il signor Bianchi”. Ecco questo è in sostanza il paradosso che aveva creato l’annuncio del Governo. Ma i Comuni, già in gravi difficoltà di bilancio, non sono stati a guardare e hanno fatto sentire la loro voce. E così, ad oggi, la decisione “di compromesso” è stata quella di delegare la scelta ai sindaci. Qualcuno chiuderà un occhio sulle mini cartelle comprese tra il 2000 e il 2015, altri no.

La mappa delle multe e dei tributi locali condonati in sanatoria

Lo scenario è il seguente: si creerebbero città in cui i debiti sotto i mille euro di competenza comunale verrebbero cancellati e altre in cui i contribuenti morosi dovranno pagare. Per le multe in sanatoria il Comune di riferimento sarebbe quello in cui è stata presa la contravvenzione ovviamente; per i tributi locali (IMU, Tasi e Tari) quello di residenza.

Parola ai sindaci

Sono i primi cittadini a “metterci la faccia” con le persone, raccogliendo anche eventuali malumori. Accadde già durante la pandemia, con interventi a macchia di leopardo. E si è ripetuto con la crisi energetica. C’è chi ne fa una questione di bilancio, chi un’opposizione di natura morale.

E’ giusto condonare il debito a chi non ha pagato per mancanza di volontà? E’ un messaggio corretto da inviare a chi, nonostante i sacrifici, paga regolarmente? Sarebbe opportuno valutare situazione per situazione ma questo richiederebbe uno studio approfondito dei casi impensabile realisticamente parlando. Se non ad un costo che, di fatto, equivarrebbe a quello del tentativo di recupero credito.
Da parte sua il Governo torna a ripetere che molti di quei debiti sono in realtà inesigibili. Ostinarsi a richiederli quindi porterebbe solo ad un dispendio di energia, tempo e soldi. Come a dire che i sindaci si stanno accanendo per dei crediti che, comunque, probabilmente non torneranno mai nelle casse pubbliche. Insomma tanto rumore per nulla?