Se è vero che tra le misure di welfare per le famiglie con figli, dal mese di marzo 2022 molto è cambiato, è altrettanto vero che alcune misure, tra cui la maternità del Comune sono rimaste ancora in vigore. L’assegno unico e universale sui figli a carico infatti ha sostituito assegno per il nucleo familiare, detrazioni per i figli a carico, bonus bebè e premio alla nascita, ma non quella misura che consente anche a chi non gode della maternità ordinaria, di prendere oltre 1.900 euro.

Ma occorre fare domanda e farla entro dei termini prestabiliti per poter godere di questa agevolazione che tira dentro sia i Comuni che l’INPS.

“Salve, sono diventata madre il primo settembre e volevo capire cosa devo fare per prendere la maternità dal mio Comune. Non lavorando e non essendo coperta dalla maternità, dovrei avere diritto a questo bonus. Oppure non mi tocca per il solo fatto che mio marito lavora? Vi chiedo di spiegarmi come funziona questa misura, grazie.”

Maternità del Comune, ecco come prendere oltre 1.900 euro di bonifico in unica soluzione sul conto corrente

Torniamo a parlare di prestazioni a sostegno del reddito per le famiglie con figli. E stavolta non parliamo dell’assegno unico e universale sui figli a carico sotto i 21 anni di età e della sua maggiorazione se un genitore è vedovo. Infatti nonostante il varo di questa misura universale, alcune madri potranno godere ancora di un sussidio della durata di 5 mesi per ogni nuovo nato anche nel 2023. La nostra lettrice ci da l’occasione di parlare dell’assegno di maternità dei Comune. Si tratta di una misura che si rivolge a disoccupate, casalinghe e a tutte le neo mamme che hanno un bambino e che non rientrano nel perimetro di applicazione della maternità obbligatoria che riguarda le lavoratrici dipendenti.

Assegno di maternità del Comune, importi e limiti di reddito

L’importanza della misura è confermata dal fatto che l’INPS ha emanato la consueta nuova circolare con i nuovi importi da applicare alla misura nel 2023.

La circolare n° 26 dell’8 marzo scorso infatti fissa tutti i limiti reddituali e di ISEE da non superare per avere accesso alla misura. E fissa anche gli importi dei 5 mesi di copertura che la misura offre alle interessate.

L’amento del costo della vita con il tasso di inflazione calcolato dall’ISTAT ha fatto incrementare anche l’importo di questo assegno di maternità. E anche i limiti ISEE da non oltrepassare. Alla luce del sopraggiunto incremento del costo della vita pari all’8,1%, l’assegno di maternità dei Comuni per l’annualità 2023 è pari a 1.917,30 euro, cioè 5 mesi da 383,46 euro ognuno.

Come fare domanda al proprio Comune di residenza

Per godere di questa agevolazione serve avere un ISEE in corso di validità. E questo ISEE, per il godimento della misura ad importo pieno, non deve eccedere i 19.185,13 euro. La domanda va presentata al proprio Comune di residenza, entro 6 mesi dalla data effettiva del parto. Alla domanda occorre allegare la copia del documento di riconoscimento della madre. Poi inserire i dati del neonato (anche il suo codice fiscale), la data di nascita e allegare anche la certificazione ISEE. E la copia della DSU. Ossia la Dichiarazione Sostitutiva Unica.

Sarà il Comune una volta ricevuta la domanda, ad inoltrarla all’INPS che dopo i canonici controlli sulla veridicità dei dati, provvederà a pagare l’assegno. Che in genere arriva in unica soluzione e non mese per mese. E arriva sul conto corrente che la diretta interessata ha inserito nella domanda. L’IBAN infatti è determinante per ricevere l’assegno e deve essere intestato alla madre, o al massimo cointestato tra la madre e altro soggetto terzo (il coniuge o chi per lui).