Lavoratori e pensionati dovranno sopportare il peso dell’inflazione negli anni. I primi perché i contratti di lavoro si adegueranno tardi rispetto al balzo dell’inflazione che c’è stato nel 2022. I secondi per la mancata rivalutazione piena delle pensioni.

In particolare, la rivalutazione delle pensioni 2023 sta assumendo i connotati di una beffa. Il Governo ha presentato la Manovra finanziaria con una perequazione automatica degli assegni che non sarà uguale per tutti.

Rivalutazione pensioni piena solo fino a 2.250 euro

In altre parole la rivalutazione del 7,3% sulle pensioni sarà solo per le fasce più basse, quelle fino a circa 2.250 euro al mese.

Per chi percepisce rendite più alte, l’adeguamento al tasso d’inflazione sarà inferiore. Tanto più basso quanto più alta è la pensione.

Del resto – come sostiene l’esecutivo – rivalutare pienamente tutte le pensioni del 7,3% dal prossimo anno costerebbe troppo e non andrebbe nel senso di garantire equità sociale riducendo il divario fra chi prende di più e chi prende di meno. Così dal 1 gennaio 2023 le pensioni saranno indicizzate all’inflazione in base a nuove fasce.

Non è una novità e c’era da aspettarselo. Come anticipato da InvestireOggi.it lo scorso mese di ottobre, il Governo aveva infatti già allora allo studio una riforma della perequazione automatica. Per recuperare risorse da destinare a Quota 103 e all’aumento delle pensioni minime.

Nuove fasce di rivalutazione

Ma vediamo come si rivaluteranno gli assegni nel 2023. Attualmente la legge prevede che le pensioni siano rivalutate al 100% solo fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo. Invece, da 4 a 5 volte la perequazione automatica non è piena e scende al 90%. Mentre sopra le 5 volte, la rivalutazione scende al 75%. Dal 2023, saranno però, introdotte 6 nuove fasce, con la prima che vede la piena rivalutazione degli asegni fino a 4 volte il minimo.

Si sta cercando di alzare la prima fascia a 5 volte l’importo del trattamento minimo modificando le percentuali delle altre fasce per lasciare i saldi invariati.

Ma è ancora tutto avvolto dall’incertezza e solo con l’approvazione finale della Legge di bilancio si saprà come andranno esattamente le cose il prossimo anno.

Per ora, il nuovo schema governativo prevede che la rivalutazione delle pensioni si farà in base a 6 fasce di rendita annuale in base al valore del nuovo trattamento minimo rivalutato (564 euro):

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 80% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
  • 55% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
  • 50% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
  • 40% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
  • 35% oltre le 10 volte il trattamento minimo

In pratica, l’aumento delle pensioni sarà pieno solo per chi prende 2.256 euro al mese. O 2.820 se cambierà la soglia relativamente alla prima fascia di trattamento.