Sigarette, sigarette elettroniche, tabacchi trinciati e lotterie nel mirino del fisco. A partire dal prossimo anno i prezzi delle bionde e delle e-cig subiranno dei rincari, così come i giochi di vario tipo e le scommesse saranno soggetti a maggiori prelievi da parte dello Stato. Una misura che il governo giustifica con l’esigenza di tutelare maggiormente la salute pubblica.

E’ del tutto evidente, però, che quando non si sa dove attingere per fare cassa, si va a battere sempre e comunque sui beni di monopolio che consentono un incasso immediato.

E solitamente tali rincari si accompagnano con gli aumenti dei valori bollati, ivi compresi i francobolli, delle accise sui carburanti e le trattenute sui premi delle vincite di giochi e lotterie.

Stangata per sigarette ed e-cig

Ma di quanto aumenteranno le sigarette? Non è ancora dato sapere quale sarà l’ammontare, tutto dipenderà dai calcoli che il Mef sta effettuando in questi giorni, però si parla di incrementi che vanno dai 10 centesimi per pacchetto di sigarette nazionali, ai 30 centesimi per quelle di importazione. Ma potrebbe anche essere di più. Anche le sigarette elettroniche subiranno aumenti in proporzione visto l’utilizzo che ne stanno facendo i consumatori in alternativa a quelle tradizionali, non meno nocive – secondo i dati del Ministero della Salute – rispetto alle altre. I recenti casi di decesso avvenuti negli Usa sarebbero infatti da ricondurre proprio nell’utilizzo delle e-cig e quindi anche le sigarette elettroniche rientrano fra i costi sociali e sanitari di cui si deve far carico lo Stato. Nel complesso la manovra dovrebbe portare nelle casse dello Stato 200 milioni di euro in più all’anno, forse 250.

Il settore dei giochi

Il settore giochi, invece, potrebbe essere più colpito dal fisco. La tassazione potrebbe incidere sia sui giochi online che quelli su quelli tradizionali che già nel corso del 2019 avevano visto un ritocco dell’imposta sui premi.

Due sarebbero i prelievi che lo Stato applicherebbe dal prossimo anno: uno sui premi aumentando l’imposizione di prelievo, l’altro sul costo del Noe (nulla osta per la messa in esercizio) con proroga delle concessioni da parte dell’Agenzia delle Dogane e che riguarda essenzialmente le slot machines. Complessivamente i ritocchi porterebbero nelle casse dello Stato 500 milioni in più all’anno. Poco rispetto a quanto si aspetta di incassare il governo Conte per bloccare l’aumento dell’Iva e tagliare il cuneo fiscale. Solo con un ulteriore consistente aumento del Preu (prelievo erariale unico) si potrebbero trovare maggiori risorse, ma un inasprimento (oggi il prelievo è al 21%) rischia di compromettere la redditività dell’industria dei giochi d’azzardo in Italia.

L’imposta di rivalutazione di partecipazioni e terreni

Ma non è finita. Ci sarà spazio, secondo indiscrezioni, anche per la proroga dell’ imposta sostitutiva sulla rivalutazione di partecipazioni e terreni. Un “classico” di molte manovre che ora verrebbe riproposto visto il gradimento delle imprese interessate. Una misura che porterebbe nelle casse dello Stato non più di 300-350 milioni in più. Lo scorso anno per questa voce furono preventivati 341 milioni nel primo anno di applicazione. Dopo un triennio, però, il provvedimento cambia segno e porta una riduzione del gettito, visto che le relative plusvalenze non saranno più tassate. Un provvedimento che val bene per il presente, ma non nel medio e lungo termine.