In un mondo in cui la tecnologia e le distrazioni digitali sembrano dominare il tempo libero dei più giovani, l’interesse crescente dei ragazzi verso l’apprendimento di uno strumento musicale emerge come un raggio di speranza che riporta l’attenzione su un’arte tanto antica quanto affascinante.

Questo rinnovato entusiasmo per la musica va ben oltre il semplice desiderio di imparare a suonare; rappresenta una ricerca profonda di espressione personale, di connessione emotiva e di arricchimento culturale. Le famiglie si trovano di fronte alla sfida e all’opportunità di sostenere i propri figli in questo percorso di crescita artistica, bilanciando incoraggiamento, supporto pratico e, talvolta, anche la gestione delle proprie aspettative.

Un supporto non solo morale ma anche economico. Iscrivere i figli ad un conservatorio o una scuola di musica comporta delle spese da pagare.

Per tali spese è prevista la possibilità di detrazione in dichiarazione redditi, come ad esempio avviene per le spese sportive?

Quali spese si possono detrarre

La risposta alla domanda che i genitori si pongono è affermativa. Ad ogni modo non tutte le spese per i corsi di musica dei figli sono detraibili.

Il legislatore fiscale riconosce una detrazione IRPEF del 19% a fronte di spese sostenute per l’iscrizione annuale e l’abbonamento di ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni a

  • conservatori di musica;
  • istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) legalmente riconosciute ai sensi della legge 21 dicembre 1999, n. 508;
  • scuole di musica iscritte nei registri regionali;
  • cori, bande e scuole di musica riconosciuti da una pubblica amministrazione, per lo studio e la pratica della musica.

Dunque, al pari della detrazione spese sportive dei figli, è prevista anche una detrazione per le spese musica. Non tutti le spese sono però detraibili. Ad esempio, non lo sono le spese pagate alla scuola di musica del figlio se trattasi di una scuola non riconosciuta.

Detrazione spese musica figli: i requisiti

Anche per la detrazione spese musica, deve trattarsi di figli di età compresa tra i 5 anni e i 18 anni. Dalla circolare di chiarimenti sugli oneri detraibili (Circolare n. 14/E del 2023), si evince che il requisito anagrafico è verificato anche se soddisfatto per una sola parte dell’anno. Quindi, se ad esempio, il figlio ha compiuto 18 anni a luglio 2023, la detrazione si può applicare anche sulle spese sostenute dopo luglio 2023 e fino al 31 dicembre 2023.

Lo sgravio fiscale è per cassa. Quindi, nel 730/2024, il genitore porta in detrazione le spese musica pagate nel 2023.

La detrazione si applica su un ammontare massimo di spesa pari a euro 1.000 per ciascun ragazzo. Il genitore deve avere un reddito NON superiore a 36.000 euro. Può essere ripartita tra i genitori. In questo caso, sul documento di spesa va indicata la quota detratta da ognuno di essi, fermo restando che la spesa complessiva non può comunque superare euro 1.000 per ciascun figlio.

Anche per questo onere, il pagamento della spesa deve risultare da strumento tracciabile (bonifico, assegno, carta di credito, carta di debito, ecc.). Non può esserci detrazione spese musica se il pagamento risulta fatto in contanti.

Riassumendo…

  • è prevista una detrazione fiscale per le spese musica figli di età compresa tra 5 e 18 anni
  • le spese detraibili sono quelle per l’iscrizione annuale e l’abbonamento di ragazzi di età compresa tra a conservatori di musica, a istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM)
    lo sgravio è su una spesa massima di 1.000 euro per figlio e il reddito del genitore non deve superare 36.000 euro
  • il pagamento della spesa deve risultare da strumento tracciabile (NON contanti).