Si paga o no l’Iva sulle lezioni di inglese?

L’Agenzia delle entrata ha dato riscontro a questa domanda con la risposta n° 321 del 9 maggio 2023.

Alzino la mano quanti nella propria vita, soprattutto i più giovani, si sono fatti prendere dalla voglia di imparare una lingua quasi universale qual è l’inglese, iscrivendosi a corsi di formazioni presso enti accreditati (almeno sulla carta). Molte volte, imparare l’inglese è necessario anche per trovare lavoro.  Ebbene, le lezioni di inglese rientrano tra le prestazioni esenti Iva oppure sono soggette all’imposta?

Vediamo quali sono le indicazioni date dal Fisco con la risposta sopra citata.

Iva lezioni di inglese. La risposta n° 321

La risposta n°321 prende spunto da apposita istanza di interpello.

La questione oggetto del parere dell’Agenzia delle entrate è stata la seguente.

L’istante ha ottenuto il riconoscimento dell’esenzione Iva per l’attività svolta in qualità di ente di formazione.

L’agevolazione richiamata è disciplinata dall’articolo 10, primo comma, n. 20) del decreto Iva, che esenta dall’Iva “le prestazioni educative dell’infanzia e della gioventù e quelle didattiche di ogni genere, anche per la formazione, l’aggiornamento, la riqualificazione e riconversione professionale, rese da istituti o scuole riconosciuti da pubbliche amministrazioni e da enti del Terzo settore di natura non commerciale, (…)”.

In qualità di ente di formazione dovrà erogare corsi di lingua inglese per conto di due diverse società, una delle quali è in possesso dei requisiti per beneficiare della stessa agevolazione (esenzione Iva), l’altra no.

Da qui, l’Ente ha intenzione, di fatturare alla prima la prestazione senza Iva e la società, a sua volta, non applicherà l’imposta per le lezioni fatturate ai suoi clienti. Alla seconda società fatturerà ugualmente il corso al netto dell’Iva, ma in questo caso la società fatturerà la prestazione ai clienti comprensiva di Iva.

Da qui, ha chiesto se il comportamento appena descritto possa essere considerato rispettoso delle norme fiscali.

Iva lezioni di inglese. Il parere dell’Agenzia delle Entrate

Per beneficare della suddetta esenzione Iva,  le prestazioni devono essere:

  • di natura educativa dell’infanzia e della gioventù o didattica di ogni genere, ivi compresa l’attività di formazione, aggiornamento, riqualificazione e riconversione professionale (requisito oggettivo)
  • erogate da istituti o scuole riconosciuti da pubbliche amministrazioni (requisito soggettivo).

Per quanto riguarda il requisito soggettivo, l’Agenzia delle entrate ha riconosciuto all’istante il regime speciale sulla base del parere tecnico vincolante dell’Ufficio scolastico regionale per il Lazio. Il trattamento di favore può essere applicato però, evidenzia innanzitutto la risposta, soltanto alle attività di insegnamento per il quale è stato riconosciuto.

Iva lezioni di inglese. Si paga o no l’Iva?

L’ente deve valutare se la prestazione resa ai commettenti non consista in una mera messa a disposizione di insegnanti, in cui il docente svolge momentaneamente compiti di insegnamento sotto la responsabilità dell’istituto a favore del quale la prestazione è resa, come affermato dalla Corte di giustizia Ue, sentenza C434/05 del 14 giugno 2007, a cui rimanda il documento di prassi per ulteriori chiarimenti.

Nel dettaglio, l’ente può applicare l’esenzione Iva se:

  • sono confermati i presupposti di fatto e di diritto in base ai quali l’agevolazione è stata riconosciuta dall’Amministrazione finanziaria;
  • le prestazioni sono identiche a quelle oggetto del “riconoscimento’” e non consistano nella mera messa a disposizione di docenti, nel senso chiarito dalla Corte di Giustizia Ue (vedi sentenza C434/05 del 14 giugno 2007).

Dunque, l’Ente potrà fatturare le prestazioni in esenzione da Iva a prescindere dal fatto che i suoi committenti siano istituti “riconosciuti” o meno.