Torna a calare l’occupazione in Italia. Lo dice l’Istat in via preliminare analizzando i flussi di dati dei primi cinque mesi del 2022. Segno evidente che la crisi economica sta minando le basi della ripresa occupazionale.

Aumentano i contratti di lavoro a termini, nonostante gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato e alle stabilizzazioni dei rapporti di lavoro. Evidentemente le aziende non confidano in una solida e robusta ripresa del mercato.

Occupazione in calo a maggio

Più nel dettaglio, dopo la forte crescita registrata tra febbraio e marzo e la sostanziale stabilità di aprile, a maggio 2022 l’occupazione diminuisce dello 0,2%.

Il dato corrisponde a 49 mila lavoratori in meno per i dipendenti permanenti e le persone di età compresa tra i 25 e i 49 anni. Aumenta invece il numero di occupati tra gli autonomi, i dipendenti a termine, gli under 25 e gli ultracinquantenni.

Nel totale – dice l’Istat – il tasso di occupazione cala al 59,8% (-0,1 punti) e il numero di occupati scende sotto i 23 milioni, “per effetto della diminuzione dei dipendenti permanenti”. I lavoratori attivi di maggio 2022 sono comunque superiori di circa 460 mila unità rispetto al dato di maggio 2021.

Tale incremento – spiega l’Istat – è composto, in oltre la metà dei casi, da dipendenti a termine che arrivano, in complesso, a superare i 3 milioni 170 mila unità, il valore più alto dal 1977“.

Lavoro, aumentano gli inattivi

Il tasso di occupazione resta comunque alto e vicino ai valori record registrati nei mesi precedenti. Mentre quello di disoccupazione si attesta all’8,1%. Male invece il tasso di inattività che sale al 34,8% ed è superiore ai livelli di prima della pandemia.

La fotografia dell’Istat evidenzia, in quindi, un calo del numero di persone in cerca di lavoro (-2,1%, pari a 44 mila unità in meno rispetto ad aprile). Un calo che riguarda sia gli uomini sia le donne in tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni.

L’aumento del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,4%, pari a +48 mila unità) coinvolge prevalentemente gli uomini e la fascia tra i 25 e i 34 anni. Il tasso di inattività sale così al 34,8% (+0,2 punti).