Sul tema del lavoro durante la malattia si è pronunciata recentemente la Corte di Cassazione che con la sentenza 15982/2016 ha stabilito che un dipendente in malattia può svolgere attività lavorativa.

Vediamo quali sono i limiti imposti per il lavoro durante il periodo di malattia.

Il dipendente assente dal lavoro per malattia può comunque svolgere altra attività lavorativa a patto che tale lavoro non pregiudichi i tempi di guarigione. La valutazione, quindi, va rapportata caso per caso e in base a quelle che sono le reali condizioni di salute del lavoratore.

Corte di Cassazione: lavoro e malattia

La Suprema Corte, quindi, stabilisce ce il dipendente in malattia può svolgere nel periodo di convalescenza un’altra attività lavorativa che non pregiudichi la sua guarigione ma solo se il certificato medico attesti che la malattia contratta sia incompatibile con il lavoro principale ma non con l’attività che si è scelto di svolgere durante la malattia.

In questo modo, allora, il dipendente il attesa di rientrare al lavoro può dedicarsi ad un’altra attività anche se quest’ultima gli procuri reddito diretto o indiretto.

Lavoro in malattia: i fatti

La sentenza nasce dalla vicenda di un lavoratore in stato di malattia a causa di uno stato di ansia depressiva. La cassazione si è pronunciata in merito dichiarando che la malattia in oggetto poteva giustificare l’assenza dal lavoro ma al tempo stesso permetteva al dipendente di svolgere altra attività lavorativa presso terzi purchè tale attività non portasse ritardi nella guarigione.

Secondo la Cassazione, quindi, se il secondo lavoro non è incompatibile con la malattia dichiarata e non pregiudichi la convalescenza, il dipendente  non può essere licenziato anche se rimane ferma, la possibilità del datore di lavoro, di verificare la vera sussistenza della malattia e che l’attività svolta dal dipendente non sia in concorrenza con quello svolto per l’azienda in cui è assunto.