Potrebbe presto mutare il panorama pensionistico italiano, fornendo nuove prospettive per i lavoratori che hanno deciso di usufruire delle misure di flessibilità Quota 100, Quota 102, o Quota 103. Ossia delle forme di pensionamento anticipato.

In particolare, una recente sentenza del tribunale vicentino permette il lavoro dopo Quota 100. In particolare la cumulabilità di redditi da lavoro irrisori, fino a poco tempo fa vietata, per i beneficiari di queste misure.

Fino a oggi, infatti, la normativa impedisce ai pensionati che beneficiano di Quota 100, Quota 102 o Quota 103 di tornare a lavorare prima di raggiungere l’età pensionabile di 67 anni.

Tuttavia, fanno eccezione il lavoro autonomo occasionale, purché i guadagni siano inferiori a 5mila euro lordi all’anno. In caso di violazione, la sanzione prevista consiste nella restituzione dei redditi pensionistici percepiti durante il periodo di lavoro.

Il caso

L’attuale normativa, tuttavia, ha creato situazioni problematiche, colpendo anche coloro che, in buona fede, hanno guadagnato importi modesti da attività regolarmente dichiarate. L’INPS, senza distinguere tra chi agisce in malafede e chi dichiara onestamente i propri guadagni, ha imposto la restituzione delle pensioni a molti lavoratori pensionati, anche per compensi minimi.

Un caso emblematico è quello di un pensionato di Vicenza. Il soggetto aveva avuto un lavoro dopo Quota 100 percependo un modesto compenso di 78 euro. Tale compenso derivava da un ruolo di comparsa in una serie televisiva nel 2020. La partecipazione, dichiarata, era stata considerata un’attività lavorativa subordinata. L’INPS, quindi, aveva immediatamente inviato un provvedimento di recupero delle somme percepite su pensione. L’ammontare a recupero richiesto era di circa 24.000 euro. Questo comportò una trattenuta mensile significativa.

Lavoro dopo Quota 100: la sentenza favorevole

Il pensionato decise, quindi, di fare ricorso. Gli avvocati difensori hanno, quindi, sostenuto che la partecipazione a un’unica scena in una serie tv non poteva essere considerata come un vero e proprio reinserimento nel mondo del lavoro, né come una violazione della normativa vigente.

Finalmente la diatriba è stata decisa in favore del pensionato. Il giudice del tribunale di Vicenza, infatti, ha accolto il ricorso stabilendo che le attività di lavoro isolate e di speciale natura, con compensi irrisori, sono compatibili con la pensione maturata attraverso misure di flessibilità come Quota 100, Quota 102, o Quota 103.

Dunque, lavorare dopo Quota 100, 102 o Quota 103 diventa possibile, purché si rientri entro specifici limiti “irrisori”.

Una sentenza che offre un’importante svolta per i pensionati che vogliono continuare a lavorare occasionalmente, senza doversi preoccupare dell’inquadramento contrattuale. Essa riconosce la legittimità di guadagni irrisori derivanti da attività isolate, consentendo la cumulabilità di questi redditi con la pensione. Inoltre, incoraggia la revisione delle attuali regole in materia di cumulo di redditi da lavoro e pensione, promuovendo un equilibrio tra il diritto dei pensionati di integrare il loro reddito e la sostenibilità del sistema pensionistico.

Riassumendo

  • in base alla normativa attuale il lavoro dopo Quota 100, 102 e 103 non è ammesso tranne che in caso di lavoro “occasionale”
  • un pensionato vicentino ha visto recuperarsi la pensione in quanto un compenso irrisorio percepito è stato considerato come attività di lavoro dipendente
  • il pensionato ha fatto ricorso e lo ha vinto
  • per il giudice del tribunale vicentino se i redditi percepiti con il lavoro dopo Quota 100 sono irrisori ciò non può influire sul diritto alla pensione ed indipendentemente dall’inquadramento contrattuale.