Lavorare dopo la pensione è possibile? Ci sono alcune misure di pensionamento anticipato che effettivamente offrono sia un vantaggio sia uno svantaggio. Tra i pro di una misura di pensionamento anticipato c’è, senza dubbio, l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. E opzione donna ne è esempio lampante. Per contro però, spesso la pensione è più bassa perché calcolata con un sistema penalizzante. Lo Stato in pratica mette di fronte a un autentico baratto i lavoratori che entrano nell’orbita di determinate misure.

Uscire prima dal mondo del lavoro prendendo di meno e lasciando una parte della pensione. Questo il baratto a cui per esempio sono assoggettate le lavoratrici con la loro opzione donna. Con questa misura si può continuare a lavorare anche dopo la pensione. E i contributi versati dopo possono essere utilizzati, ma non per sfuggire al calcolo contributivo della prestazione.  

Lavorare dopo la pensione: una lettrice ci domanda

“Buongiorno, sono in pensione ormai da 4 anni con opzione donna. Decisi di andare in pensione perché credevo di non farcela più, ma nel frattempo ho continuato a lavorare per tutti e 4 questi anni, cumulando la pensione con il reddito da lavoro. E naturalmente versando i contributi. A novembre raggiungerò così 41 anni e 10 mesi di contributi totali. Sarebbe la soglia per la pensione anticipata ordinaria. Mi chiedo se, arrivata a questa soglia, posso decidere di rinunciare all’opzione donna per presentare domanda di pensione anticipata dal momento che sicuramente è migliore come importo?”. 

Lavoro dopo la pensione, quando si può e quando invece no 

Come dicevamo, in linea di massima continuare a lavorare dopo la pensione è possibile. Ci sono solo alcune misure che non lo consentono, come per esempio la Quota 100 e la Quota 102. In questi casi la pensione per essere liquidata e, soprattutto, per essere percepita fino ai 67 anni, prevede che il pensionato non svolga alcuna attività lavorativa a esclusione di quella da lavoro autonomo occasionale entro la soglia dei 5.000 euro annui di reddito.

Vincoli per opzione donna, invece – come dimostra la nostra lettrice – non ce ne sono. Infatti per le lavoratrici autonome per esempio, la domanda di opzione donna non prevede nemmeno la cessazione dell’attività lavorativa.  

I contributi dopo la pensione, la via del supplemento è l’unica 

I contributi che la nostra lavoratrice e pensionata ha versato dopo la data di decorrenza della pensione con opzione donna possono tornare utili ad aumentare l’importo della prestazione già incassata. Lo strumento è il supplemento, per cui dovrebbe presentare domanda all’INPS. Con il supplemento la pensione verrebbe ricalcolata alla luce della nuova contribuzione versata, che naturalmente non era stata utilizzata per la liquidazione originaria della pensione, non essendo ancora stata versata. La via a cui invece pensa la lavoratrice non è possibile. Una volta pensionati con opzione donna (o con altra misura pensionistica anticipata), non si può cambiare strumento previdenziale.  

Non è possibile passare da opzione donna alla pensione anticipata 

La nostra lettrice su una cosa ha però ragione, ed è quella dell’importo della pensione. Con la pensione anticipata prenderebbe di più rispetto ad opzione donna. Prima di tutto perché con la pensione anticipata avrebbe diritto al calcolo misto della prestazione. E se ha più di 18 anni di contributi versati al 31 dicembre 1995, il calcolo retributivo si estende al 2012. Con opzione donna invece, 4 anni fa ha dovuto accettare il ricalcolo contributivo intero della prestazione. Poi, sfruttando la pensione anticipata ordinaria, adesso si trova con una età più avanzata che dà diritto all’utilizzo di coefficienti di trasformazione più vantaggiosi. Ma nulla di tutto ciò sarà possibile dal momento che ormai, avendo opzione donna come misura pensionistica percepita, resterà con questa anche in futuro. Dovrà al massimo richiedere il supplemento di pensione, che servirà per aumentare l’importo percepito.

E il calcolo di questa aggiunta sulla pensione sarà effettuato con il sistema contributivo, da momento che i 4 anni di lavoro svolti ricadono nel sistema di minor favore per i lavoratori.