“I grandi eventi della storia sono spesso dovuti a mutamenti secolari nella crescita della popolazione e ad altre cause economiche fondamentali che per il loro carattere graduale sfuggono all’attenzione degli osservatori coevi, e per questo sono attribuiti alle follie degli uomini o al fanatismo degli atei“, afferma Elido Fazi. La storia dell’uomo, così come del mondo in generale, non è immutabile.

Tanti sono gli elementi imprevedibili che possono avere un impatto non indifferente sulle nostre vite, sia dal punto di vista sociale che economico.

Ne è un chiaro esempio il periodo storico in cui viviamo, dove l’inflazione continua a pesare sulle tasche delle famiglie italiane. Da qui la decisione di molte persone di continuare a lavorare, nonostante siano già in pensione. Ma che fine fanno, in tale circostanza, i contributi versati? Ecco come funziona.

Lavoro dopo la pensione: i contributi che fine fanno?

I pensionati che continuano a lavorare e versano i contributi possono richiedere e ottenere il supplemento. Ovvero possono beneficiare di un incremento del trattamento, in base ai contributi versati nel periodo successivo alla data di decorrenza della pensione stessa. Entrando nei dettagli, così come si evince dall’articolo 7 della legge numero 155 del 23 aprile 1981:

“Per la determinazione della misura del supplemento si prendono in considerazione le retribuzioni ed i periodi ad esso relativi. La liquidazione del supplemento di pensione non può essere richiesta prima che siano trascorsi almeno cinque anni dalla data di decorrenza della pensione o dalla data di decorrenza del precedente supplemento. In deroga a quanto previsto nel precedente comma il supplemento può essere richiesto, per una sola volta, quando siano trascorsi anche solo due anni a condizione che sia stata superata l’età pensionabile”.

A poter beneficiare di tale supplemento sono i soggetti iscritti all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, quali artigiani, commercianti, coltivatori diretti.

Questo a patto che continuino a lavorare nella suddetta assicurazione trascorsi almeno cinque anni dalla decorrenza del trattamento pensionistico.

Hanno diritto al supplemento anche i lavoratori iscritti presso la Gestione separata che continuano a lavorare dopo aver tagliato il traguardo della pensione. In tal caso, però, il supplemento può essere liquidato sempre, a prescindere dal fatto che il soggetto interessato abbia superato l’età pensionabile di vecchiaia.

Si ha diritto al supplemento anche se l’accesso alla pensione è avvenuto attraverso la totalizzazione o il cumulo dei periodi assicurativi. Questo a patto che si versino i contributi in una delle gestioni interessate dalla totalizzazione e che quest’ultima preveda nel proprio ordinamento il supplemento.