“Lavoro da casa, come molte altre persone, per via dell’emergenza coronavirus. Mio marito però, essendo cassiere di un supermercato continua a lavorare tutti i giorni e per me gestire le attività di smartworking con tre bambini in casa non è proprio facile. Posso fare domanda per il congedo parentale o per il voucher baby sitter almeno fino a che permarranno chiuse le scuole?”

E’ una situazione in cui si trovano molte mamme che lavorano da casa. In generale la questione è: voucher baby sitter e congedo parentale straordinario per il coronavirus sono compatibili con lo smartworking? 

Su un punto il decreto è chiaro: il voucher baby sitter è alternativo al congedo di 15 giorni retribuiti al 50%.

Ricordiamo inoltre che è espressamente previsto che il congedo possa essere frazionato e anche usufruito alternativamente dai due genitori.

Ma il dubbio qui riguarda i requisiti e i possibili beneficiari: vi rientra anche chi lavora da casa? E se a richiederlo è uno dei coniugi che lavora in azienda o ufficio ma può contare sull’altro a casa? Vediamo i due casi distintamente.

Lavoro da casa: ho diritto al bonus baby sitter o al congedo?

Lo smart working è lavoro a tutti gli effetti: dunque chi lavora da casa ha diritto quanto chi va in sede a fare domanda per il voucher baby sitter. Il limite spendibile per i servizi di baby sitting è di 600 euro.

Se uno dei due genitori è a casa l’altro ha diritto al congedo?

La circolare Inps, che recepisce le disposizioni del decreto Cura Italia, ha precisato che dipende da che cosa si intenda per stare a casa. Più nello specifico può fare domanda per il congedo parentale straordinario il lavoratore che ha un coniuge che sta lavorando da casa in smart working. Non è possibile invece chiedere il congedo se l’altro genitore è disoccupato o titolare di un sostegno al reddito (ad esempio Naspi o Reddito di cittadinanza).