Che donne e uomini sono differenti è innegabile ma non sempre tali differenze giustificano il fatto che i pregiudizi di genere si manifestino anche in ambito lavorativo.

Fare una distinzione netta tra uomini e donne è un’operazione destinata a restituire soltantouna faccia della reale medaglia perchè pur sussistendo differenze ovvie tra i due generi queste non vanno sicuramente ad influire sul lavoro e proprio per questo motivo ci sono uomini che, pur non rinunciando alla propria identità di genere, hanno scelto di svolgere mansioni considerate tradizionalmente femminili e viceversa.

L’identità sessuale e di genere, è bene precisarlo, non si tara in base al mestiere che si svolge e quello che sembra ovvio è che parlare di lavori da uomo o da donna nel 2016 sembra non avere più molto senso.

Ovviamente i pregiudizi sono duri a morire e vedere una donna lavorare in un cantiere o guidare un treno o un aereo suscita ancora molto stupore così come lo suscita, magari, vedere un uomo impegnato a fare una torta o fare il baby sitter o il casalingo.

Questi pregiudizi, sedimentati nel tempo, hanno fatto si che gli stereotipi di genere influenzassero fin dalla più tenera età uomini e donne facendo in modo che si guardi alla realtà in maniera superficiale.

Sul lavoro sussiste una discriminazione di genere che l’Università di Genova ha deciso di studiare con un laboratorio sociologico intitolato “Donna Faber” che indaga su un gruppo di lavoratrici atipiche che hanno deciso di rompere gli schemi svolgendo un lavoro da “maschi”. Quali le conseguenze di questa scelta? “Le statistiche indicano che qualcosa sta cambiando ma quando una donna svolge una professione tradizionalmente definita ‘da uomo’, il sessismo riemerge come per ridimensionare l’ordine violato” spiega la sociologa Emanuela Abbatecola.

Se a trasgredire ai pregiudizi è l’uomo la discriminazione resta solo iniziale per poi diradarsi, ma se è una donna a rompere gli schemi il pregiudizio iniziale persiste più a lungo trasformandosi a volte in un vero e proprio demansionamento della donna che svolge un lavoro “da uomo”.

Nelle prossime pagine continueremo l’analisi degli stereotipi di genere nel mondo del lavoro.

Stereotipi di genere, pregiudizi e discriminazioni

I pregiudizi e le discriminazioni per le lavoratrici donne rilevano un trattamento differente rispetto ai colleghi maschi che svolgono la stessa mansione che dispongono, tra l’altro delle stesse competenze. Le lavoratrici coinvolte nell’indagine hanno rivelato anche violenze fisiche e verbali che hanno dovuto subire sul posto di lavoro proprio a causa delle discriminazioni. Tutto questo, più che il lavoro mascolino (si parla di guardie giurate, minatrici, camioniste, operaie, direttrici di orchestra), le ha portate a  mortificare la propria  femminilità e a modificare il loro modo di essere. Per essere accettate le donne spesso iniziano a comportarsi come gli uomini, alzando la voce e dicendo parolacce trasformandosi in una donna mascolina e aggressiva.

Ma agli uomini capitano le stesse cose? La situazione degli uomini che scelgono lavori “da donna” sembra essere più facile poichè la resistenza che incontra è soltanto iniziale: il pregiudizio lascia poi il posto alla piena accettazione come ad esempio le donne che preferiscono lasciere i propri figli alla cura di un baby sitter uomo, soprattutto quelle separate poichè in questo modo vanno a sopperire alla mancanza della figura paterna. Sia per gli uomini che per le donne, in ogni caso, le situazioni sono molte e diverse poichè anche gli uomini che svolgono mansioni di badante, di infermiere, di segretario possono essere tacciati di scarsa mascolinità ed essere oggetto di battute sessiste, ma probabilmente gli ambienti femminili sono molto più “morbidi” di quelli maschili e per farsi accettare l’uomo nella maggior parte dei casi non deve modificare il proprio modo di comportarsi.

I pregiudizi vengono da lontano

I pregiudizi di genere, in ogni caso, non nascono sui luoghi di lavoro ma hanno radici lontane. Sui libri delle scuole elementari, per esempio, se si vuole illustrare una donna che lavora essa farà o la maestra o la ballerina o la casalinga. Non ci sarà mai un’illustrazione che mostra una donna scienziato o una donna operaia. Questo perchè da subito i bambini e le bambine subiscono i pregiudizi di genere, già dai giochi che ricevono per regalo. Alle bambine vengono regalate le bambole per imparare a entrare nella figura materna, le pentoline per immedesimarsi nel ruolo della donna di casa. Ai bambini vengono regalate macchine, cantieri giocattolo, navi, pistole.

I pregiudizi proseguono anche durante gli anni della scuola: i maschi sono più bravi nelle materie scientifiche mentre le femmine sono più brave in quelle letterali. E le bambine, crescendo con l’idea che le scienze e la matematica sono cose “da uomini” si sentono fin da subito inadatte. Pochissime sono, infatti, le ragazze che scelgono come indirizzo di studi la matematica o l’ingegneria, una netta minoranza in un mare di ragazzi. Ma molto spesso la resa delle ragazze nelle materie scientifiche è migliore di quella dei ragazzi. E allora perchè questa discriminazione anche nella scelta degli studi?

Questa è la discriminazione che, poi, uomini e donne ritroveranno nel mondo del lavoro qualora scegliessero di rompere gli schemi e di cimentarsi in mansioni che, storicamente, spettano all’altro sesso.