Oggi parlare di destra e di sinistra ha senso o è anacronistico? La posizione sulle decisioni politiche e fiscali, come la rottamazione, che dividono l’opinione pubblica e non solo, possono dipendere da un orientamento politico? A prendere una posizione sul saldo e stralcio delle multe sono stati i sindaci. La decisione di aderire o meno, infatti, come abbiamo detto più volte, è stata delegata ai singoli Comuni. Questo perché le multe sono di competenza territoriale e, quindi, è stato negato al Governo il potere di cancellarle dall’alto.

Della serie: non puoi cancellare un debito che non è tuo. Dire SI’ alla rottamazione è di destra o di sinistra? Torniamo alla domanda con la quale abbiamo aperto l’articolo.

Tra i contribuenti c’è molta disomogeneità su questo argomento. Guardare che cosa hanno deciso i singoli Comuni può aiutare a comprendere quali ragionamenti ci sono dietro.

Sei favorevole o contrario alla rottamazione?

Oggi scade il termine ultimo fissato per i Comuni. Entro il 31 gennaio i sindaci devono rivelare la posizione in merito al saldo e stralcio sulle multe. Qualcuno però si è già espresso. Vediamo come.

Tutti coloro che risiedono nei Comuni in cui i sindaci hanno negato la possibilità di saldo e stralcio, in pratica si vedranno cancellare in automatico dallo Stato i vecchi debiti (entro il 2015) fino a mille euro, però dovranno comunque pagare multe e non solo. Esulano dalla competenza centrale anche l’IMU, la Tari e il bollo auto.

Entro oggi tutti i Comuni devono decidere sulla rottamazione

Partiamo da Roma dove Gualtieri ha già detto che non ci saranno sconti per gli automobilisti con multe arretrate. Rinunciare a 280 milioni di euro, questa la stima per la Capitale, sarebbe un ammanco troppo pesante per le casse comunali. Quindi NO alla rottamazione perché i soldi servono al Comune, soprattutto in una grande città con una spesa enorme in termini di servizi ai cittadini.

Ma la questione non è solo economica: Gualtieri ha parlato anche di “rispetto nei confronti di chi le tasse e le multe le ha sempre pagate”.

No alla rottamazione anche da parte del sindaco di Milano. Giuseppe Sala ha criticato i provvedimenti di sanatoria perché rappresentano un disincentivo ai comportamenti virtuosi facendo passare il messaggio sbagliato che si può non pagare e farla franca.

Sulla stessa linea anche Bologna, Firenze e Bari, tutte amministrate da sindaci del centrosinistra. In tutti i casi alle ragioni economiche i sindaci hanno aggiunto quelle di equità.

L’equivalenza favorevoli alla rottamazione/destra e contrari/sinistra non è sempre così automatica e qualche eccezione c’è. Ad esempio Palermo ha detto no e Lecce sì, contrariamente agli orientamenti dei rispettivi primi cittadini. Però statisticamente la predisposizione è abbastanza netta.