Per le lavoratrici caregiver c’è la possibilità di andare in pensione anticipata entro il 31 dicembre 2024. Per queste categoria di lavoratrici esistono due deroghe alla pensione ordinaria da sfruttare che si chiamano Ape Sociale e Opzione Donna. Entrambe sono state rinnovate con la legge di bilancio per altri 12 mesi. Ma quale delle due strade è più conveniente?

Per entrambe le opzioni vi sono i pro e i contro da valutare. Innanzitutto è da precisare che, sia per Opzione Donna che per Ape Sociale il requisito soggettivo da possedere è quello di essere caregiver riconosciute.

Cioè assistere da almeno 6 mesi un parente affetto da invalidità civile con situazione di gravità come previsto dalla legge 104 del 1992. Detto questo, le due prestazioni differiscono per i requisiti anagrafici e contributivi da possedere, oltre che per il metodo di calcolo della pensione.

Caregiver rin pensione anticipata, meglio con Opzione Donna o Ape Sociale?

Ciò premesso, cosa conviene fare se una lavoratrice caregiver possiede i requisiti per lasciare il lavoro in anticipo? Il dubbio assale molte lavoratrici che spesso non conoscono bene i meccanismi di pensionamento dell’una e dell’altra opzione. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Per quanto concerne Opzione Donna, servono almeno 61 anni di età e 35 di contributi. Limite anagrafico che può essere abbattuto di 12 mesi per ogni figlio fino a un massimo di 24 mesi. Quindi 59 anni di età. Con riferimento ad Ape Sociale, invece, servono 63 anni e 5 mesi di età, ma i contributi necessari sono minori. Bastano infatti 30 anni che possono scendere a 29 con un figlio o a 28 con due o più figli.

Quindi con Opzione Donna l’uscita avviene prima rispetto ad Ape Sociale, ma occorre aver lavorato di più. Mentre con Ape Sociale l’uscita avviene dopo, ma l’età anagrafica è maggiore. Differenze che si ripercuotono anche sull’importo della pensione. Ma non sono solo questi aspetti da tenere in considerazione.

Come si calcola la pensione e quando si prende

Premesso che Ape Sociale non è una pensione vera e propria ma un anticipo pensionistico temporaneo (fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia), l’importo è calcolato con il sistema contributivo e retributivo. Più precisamente si tratta di una indennità economica calcolata sulla base dei contributi versati e in base all’età della lavoratrice fino a un massimo di 1.500 euro al mese (non rivalutatile) per 12 mensilità.

Con Opzione Donna, invece, bisogna accettare un ricalcolo contributivo dei contributi anche per i periodi di assicurazione ricadenti nel sistema retributivo, notoriamente più vantaggioso. L’importo della pensione è calcolato anche qui applicando il coefficienti di trasformazione riferito all’età della lavoratrice sulla base del montante contributivo. Il pagamento del primo rateo di pensione decorre, però, dopo 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti, mentre con Ape Sociale scatta il mese successivo.

In sintesi, quindi, è più conveniente andare in pensione con Ape Sociale rispetto a Opzione Donna. A parità di contributi versati, si ottiene un assegno più alto per via del diverso sistema di calcolo. Bisogna però fare attenzione al fatto che la pensione così ottenuta non è rivalutabile con gli anni e il beneficiario non può cumulare la rendita con redditi da lavoro, se non per limitati importi annui. C’è anche da dire che Ape Sociale prevede un tetto massimo di 1.500 euro al mese il che potrebbe far desistere la lavoratrice se ha diritto a una pensione più alta.

Riassumendo…

  • Le lavoratrici caregiver possono andare in pensione anticipata sia con Opzione Donna che con Ape Sociale
  • Opzione Donna prevede l’uscita a 61 anni, mentre Ape Sociale a 63 anni e 5 mesi.
  • La pensione con Opzione Donna è calcolata con il solo sistema contributivo, mentre con Ape Sociale è misto.