Chi lavora di notte ha diritto ad andare in pensione prima. Rispetto alla generalità dei lavoratori, la legge riconosce a costoro la possibilità di lasciare il lavoro a 62 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi versati.

Il lavoro notturno rientra di fatto nella casistica dei lavori usuranti. A patto che sia svolto per almeno sette anni negli ultimi dieci al momento della domanda di pensione. Si considera quindi l’ultimo periodo della carriera lavorativa.

Pensione anticipata per chi lavora di notte

Più nel dettaglio, i requisiti per ottenere la pensione anticipata per chi svolge lavori notturni cambiano in base ai turni di lavoro svolti nel corso dell’anno.

La legge regolamenta l’uscita dal lavoro in base alle giornate di lavoro notturno prestate durante l’anno:

  • con almeno 78 giorni di lavoro notturno all’anno è concessa la pensione 61 anni e 7 mesi;
  • da 72 a 77 giorni di lavoro notturno all’anno, invece, la pensione scatta a 62 anni e 7 mesi;
  • da 64 a 71 giorni è, invece, concessa la pensione a 63 anni e 7 mesi.

Per i lavoratori autonomi serve un anno in più come requisito anagrafico. Occorre inoltre aver versato almeno 35 anni di contributi, sia per i dipendenti che per gli autonomi, prima di poter ottenere il diritto alla pensione anticipata.

Fra gli altri requisiti da rispettare per essere riconosciuti lavoratori notturni, è necessario aver svolto la propria attività di notte per almeno 6 ore. E’ considerato lavoro notturno l’intervallo fra la mezzanotte e le cinque del mattino ed è sufficiente che il lavoratore presti la propria attività per almeno 3 ore in questa fascia oraria.

La maggiorazione contributiva

Considerata la gravosità del lavoro notturno, il legislatore riconosce a chi svolge la propria attività di notte un premio. Si tratta di una maggiorazione contributiva del 50% ai fini pensionistici per chi svolge turni di notte di almeno 12 ore. In particolare per gli operai di aziende che lavorano a ciclo continuo.

Come spiegato dalla circolare Inps n. 59 del 29 marzo 2018, si tratta di lavori particolarmente gravosi previsti dai contratti collettivi. In questi casi, è applicato ai turnisti di notte un coefficiente moltiplicatore pari a 1,5 ai fini del raggiungimento delle giornate lavorate di notte.

In pratica, 50 giornate lavorative annue prestate su turni notturni di 12 ore equivalgono a 75 giorni di lavoro svolti di giorno ai fini del raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata.