Quando si parla di Naspi si fa riferimento al principale ammortizzatore sociale che l’Inps mette a disposizione di quei lavoratori che perdono il loro posto di lavoro in maniera involontaria. Quando invece si parla di Ape sociale e di quota 41 per i precoci si fa riferimento a due misure di pensionamento anticipato. Naspi e pensione però sono strettamente collegate proprio per via delle due misure di pensionamento anticipato prima citate. Misure che tra i tanti soggetti a cui sono destinate, riguardano proprio chi ha lo status di disoccupato.

Oggi cerchiamo di spiegare ciò che accade quando la disoccupazione viene fuori da una perdita volontaria del posto di lavoro cioè tramite le dimissioni. E non parliamo di indennità per disoccupati, bensì dello status di disoccupato. Una situazione questa che mette a repentaglio sia l’ammortizzatore sociale che le misure di pensionamento anticipato.

La pensione anticipata 2024 per i disoccupati, ma non per tutti i senza lavoro

Due nostri lettori partendo da due situazioni diverse dal punto di vista previdenziale, ci scrivono perché hanno ricevuto la reiezione della loro domanda di pensione da parte dell’Inps. E come vedremo la bocciatura delle loro domande di pensionamento, anche se riguarda due misure differenti, parte dalla stessa motivazione d’origine.

“Buongiorno mi chiamo Renato ed ho compiuto 63 anni di età a dicembre del 2023. Ho presentato domanda di pensionamento con l’Ape sociale perché avevo raggiunto 30 anni di contributi versati. Sono due anni esatti che non lavoro dopo che per incomprensioni col mio ultimo datore di lavoro, ho dato le dimissioni. Da quel momento ho soltanto dato una mano a mio fratello che ha un’attività commerciale in proprio ma senza assunzione. Dal momento che l’Ape sociale permette di andare in pensione ai disoccupati, perché a me l’Inps ieri mattina mi ha bocciato la domanda presentata a dicembre?”

“Autorevole redazione, mi chiamo Pietro ed ho ricevuto la reiezione della domanda di quota 41 da parte dell’Inps.

L’ho presentata a novembre del 2023 dopo che avevo completato i 41 anni di contributi versati. Ho dato le dimissioni dal mio lavoro che purtroppo non rientrava tra quelli gravosi utili alla misura. Avendo completato 41 anni contributi versati di cui uno prima di 19 anni di età, pensavo che questa fosse la strada giusta. Perché la quota 41 così come spetta ai lavori gravosi spetta pure ai disoccupati. Invece niente, è arrivata la bocciatura della domanda. Sapete dirmi perché?”

La Naspi è fondamentale per andare in pensione con quota 41 o con l’Ape sociale

Due quesiti che partono da due misure diverse, perché il primo riguarda l’Ape sociale, il secondo la quota 41. Due misure però accomunate dalla stessa platea di riferimento. Infatti entrambe le misure riguardano i caregiver, i lavori gravosi, gli invalidi ed i disoccupati. Se per le prime tre categorie nulla da dire, perché si capisce benissimo il riferimento, per i disoccupati qualcosa andrebbe meglio approfondito. Perché dire solamente disoccupati, lascia pensare allo status di disoccupato e non all’indennità che l’INPS eroga a chi perde il lavoro.

Invece sia l’Ape sociale che la quota 41 fanno riferimento a soggetti che prima di tutto hanno perso involontariamente il lavoro. E poi, che hanno prima chiesto, poi percepito e infine, terminato di prendere la Naspi.

I disoccupati senza ammortizzatori sociali

Chi prende la Naspi? la domanda sembra scontata ed invece non lo è. Perché non tutti i disoccupati possono percepire la Naspi. E dal momento che possono andare in pensione con quota 41 e con l’Ape sociale solo quanti hanno terminato di prendere la Naspi, evidente che bisogna capire bene il da farsi.

Prende la Naspi il lavoratore che perde involontariamente il proprio lavoro.

Magari per licenziamento individuale, anche disciplinare. Oppure per procedure di licenziamento collettivo o ancora, per termine del contratto o ancora, per dimissioni per giusta causa. Invece per le dimissioni volontarie, venendo meno il principio della perdita involontaria del lavoro, viene meno l’indennità per disoccupati.

Domande respinte dopo le dimissioni perché la Naspi non spetta

A cascata quindi, chi non ha preso la Naspi, può essere disoccupato da tempo ma non ha possibilità di rientrare nell’Ape sociale o nella quota 41. Perché le normative che riguardano le due misure parlano chiaro. Per la quota 41, se l’interessato vuole accedervi come disoccupato, deve aver terminato di prendere la Naspi da non meno di 3 mesi. Invece per l’Ape sociale basta aver terminato di prendere l’intera Naspi spettante.

Al riguardo i dubbi sono pari a zero, perché bisogna prima terminare di prendere l’ammortizzatore sociale per poi passare a prendere eventualmente le pensioni. Ecco perché i nostri due lettori non hanno ottenuto quanto richiesto all’Inps, cioè l’Ape sociale il primo e la quota 41 il secondo. Perché si tratta di soggetti che hanno dato le dimissioni e che pertanto non hanno preso alcun ammortizzatore sociale.