Andare in pensione sarà sempre più problematico. Fra costi in continuo aumento, tagli, riforme pasticciate, deroghe sempre più stringenti, le prospettive di ottenere una rendita pubblica giusta ed equa sono sempre più ridotte. Tuttavia non è nemmeno dato sapere come saranno le pensioni fra 7-8 anni, cioè con l’avvento del nuovo decennio.

La strada pare comunque tracciata verso un irrigidimento del sistema di uscita dal lavoro. E questo non riguarda solo l’Italia, ma tutti i Paesi europei dove il welfare rappresenta un pilastro importante della società moderna.

Tuttavia, l’Italia ha problema un po’ più gravi di altri, come il debito pubblico eccessivo e un indice di denatalità elevato. Fattori che incidono sul sistema pensionistico.

In pensione solo coi requisiti Fornero

Ma cosa aspettarsi nei prossimi anni e soprattutto come saranno le pensioni dei giovani lavoratori di oggi? Il sistema di calcolo retributivo sta lasciando gradualmente posto a quello contributivo, più penalizzante ma sicuramente più equo. Dal 2035 le pensioni retributive spariranno del tutto e le pensioni saranno calcolate tutte con il nuovo sistema di calcolo.

Questo significa che si andrà in pensione solo ed esclusivamente su quanto versato e accantonato negli anni e non anche su quanto guadagnato. Cosa che appesantisce oggi il costo delle rendite in Italia e rappresenta una stortura costosa e dura da correggere. Ma questa non è una novità della riforma Fornero, bensì di quella del governo Dini del 1995.

La Fornero ha poi riformato il sistema pensionistico abolendo sostanzialmente le pensioni di anzianità, innalzando l’età di uscita agganciandola alla speranza di vita. Una manovra che nel 2011 fece gridare allo scandalo, ma che (forse) salvò l’Italia dal default. Del resto si andava in pensione prima che in tutti gli altri Paesi OCSE.

Uscita dal lavoro verso i 70 anni

Oggi, quindi, si va in pensione a 67 anni, ma nel prossimo decennio si uscirà probabilmente a 68 con tendenza ad arrivare a 70 entro metà secolo.

Questo perché ogni due anni sarà rivista l’età pensionabile in base alle aspettative di vita che sono in aumento. Dal 2025, ogni biennio, l’età della pensione dovrebbe salire di due mesi.

Serviranno inoltre 20 anni di contributi e una pensione minima pari ad almeno 1,5 volte l’importo dell’assegno scoiale (oggi 503,27 euro). Quindi almeno 755 euro al mese. Ma questo vincolo vale solo per i contributivi puri, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. Per chi ricade anche nel sistema retributivo non vi è limite.

In alternativa ci sono le uscite anticipate con 41-42 anni e 10 mesi di contributi (per donne e uomini rispettivamente) a prescindere dall’età anagrafica. Anche questi valori sono soggetti a revisione in base alla speranza di vita.

Le pensioni anticipate

E le uscite anticipate? Oggi siamo abituati ancora a percepire la possibilità di andare in pensione anticipata come una regola anziché come un’eccezione. Ma nel prossimo decennio sarà solo l’eccezione. Già oggi se ne possono assaporare gli effetti.

Le Quote (100, 102, 103) sono in via di esaurimento, mentre Opzione Donna è stata relegata a misura per lavoratrici in difficoltà (caregiver, invalide, licenziate o dipendenti di azienda in crisi). Anche Ape Sociale è riservata a lavoratori in difficoltà e a persone nelle stesse condizioni di Opzione Donna, nonché ai soli lavoratori gravosi.

C’è quindi da dire che in futuro si potrà andare in pensione prima solo se non si è più in grado di lavorare. In questo senso, si tratterà di misure assistenziali fino all’età della pensione, come avviene appunto per Ape Sociale che prevede l’anticipo della rendita fino all’età della pensione di vecchiaia.

Riassumendo…

  • In futuro le pensioni saranno calcolate tutte col sistema contributivo.
  • Le regole Fornero sono le uniche che non subiranno cambiamenti.
  • Si andrà in pensione con l’età della vecchiaia a 67 anni o con 41-42 anni e 10 mesi di contributi.
  • Questi requisiti sono agganciati alla speranza di vita e saliranno.
  • Le pensioni anticipate saranno solo per chi non potrà più lavorare.