Ci sono due imposte poco conosciute. O meglio, conosciute solo da chi le paga. Sì, perché non tutti pagano IVIE e IVAFE.

L’IVIE è “l’imposta sul valore degli immobili all’estero”. Una sorta di IMU che il contribuente italiano paga alle casse dello Stato italiano per gli immobili che possiede fuori dal territorio nazionale.

L’IVAFE, invece, è “l’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero”. Quindi, un’imposta che si paga in Italia e che colpisce il valore dei prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio che i residenti nel nostro Paese possiedono fuori patria.

Sono due imposte che stanno per diventare più care dal 2024. La novità deriva dalla manovra di bilancio del prossimo anno.

Le imposte in sintesi

L’IVIE, come detto, la pagano persone fisiche residenti in Italia che possiedono immobili all’estero. Ne sono esenti, dal 2016:

  • gli immobili adibiti ad abitazione principale (e per le relative pertinenze) di categoria catastale non di lusso (ossia, diversa da A/1, A8 e A/9);
  • la casa coniugale assegnata al coniuge, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Il calcolo è in funzione della quota di possesso e dei mesi di possesso nell’anno (si considera per intero il mese in cui il possesso di è protratto per almeno 15 giorni). Non si paga se l’importo complessivo (calcolato a prescindere da quote e periodo di possesso e senza tenere conto delle detrazioni previste per lo scomputo dei crediti di imposta) è inferiore o pari a 200 euro.

Mentre l’IVIE colpisce gli immobili, l’IVAFE colpisce i prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio detenuti all’estero. È dovuta dalle persone fisiche e, dal 2020, anche da enti non commerciali e le società semplici. Anch’essa è dovuta in base alla quota di possesso e periodo di detenzione nell’anno.

IVIE e IVAFE più care dal 2024

Sia l’IVIE che l’IVAFE si liquidano in dichiarazione dei redditi. L’aliquota ordinaria IVIE, oggi, è pari allo 0,76% del valore degli immobili. Se trattasi di abitazione principale di categoria catastale di lusso (A/1, A/8 e A9), l’aliquota è lo 0,4%.

L’aliquota IVAFE sui prodotti finanziari, attualmente, è pari allo 0,2%. Per i conti correnti e i libretti di risparmio, invece, l’imposta è dovuta nella misura fissa di 34,20 euro per ciascun conto corrente o libretto di risparmio.

Il testo della legge di bilancio 2024 approdata in Parlamento, prevede per adesso un ritocco al rialzo. In dettaglio, dal 1° gennaio 2024, l’aliquota ordinaria IVIE passerebbe all’1,06%. L’IVAFE, invece, passerebbe allo 0,4% ma solo con riferimento al valore dei prodotti finanziari detenuti in Stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato individuati da apposito decreto ministeriale. Negli altri casi resterebbe al 0,2%.

Si tratta di modifiche che, in ogni caso dovranno trovare conferma nel testo definitivo della manovra che sarà licenziato da Camera e Senato per approdare in Gazzetta Ufficiale.

Riassumendo…

  • l’IVIE è una sorta di IMU sulla casa all’estero. E’ l’imposta che pagano le persone fisiche residenti in Italia che possiedono immobili all’estero (colpisce il valore di questi immobili)
  • l’IVAFE è l’imposta che pagano le persone fisiche e, dal 2020, gli enti non commerciali e per società semplici, sul valore dei prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio detenuti all’estero
  • l’aliquota ordinaria IVIE, attualmente, è dello 0,76% ovvero 0,4% se trattasi di abitazione principale di categoria catastale di lusso
  • l’aliquota ordinaria IVAFE sui prodotti finanziaria, attualmente, è lo 0,2%
  • l’IVAFE sui conti correnti e libretti risparmio è in misura fissa (34,20 euro per ogni conto corrente e libretto)
  • il testo della legge di bilancio 2024 prevede che dal 2024, l’aliquota ordinaria IVIE passerebbe all’1,06% e l’aliquota IVAFE sui prodotti finanziari allo 0,4% (solo per quelli detenuti in Stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato individuati da apposito decreto ministeriale).