Nel recente periodo fiscale, l’Italia ha consolidato la sua posizione come destinazione accogliente per individui economicamente stabili e per coloro che desiderano rientrare nel loro paese di origine, grazie all’introduzione di un regime fiscale vantaggioso per i neo-residenti. Questa politica, avviata nel 2017, mira a invogliare i contribuenti, soprattutto quelli con un elevato potere d’acquisto, a stabilire la loro residenza nel Bel Paese.

Nel dettaglio, secondo gli ultimi dati del DEF (Dipartimento Economia e Finanze), nel corso dell’anno d’imposta 2022, sono circa 37.331 gli individui che hanno scelto di spostare la loro residenza in Italia, beneficiando di condizioni fiscali favorevoli.

Di questi, 957 sono considerati estremamente abbienti. Questi nuovi contribuenti, nonostante le loro diverse situazioni economiche, godono di un trattamento fiscale ideale: alcuni pagano solo il 10% sul reddito guadagnato in Italia, mentre altri contribuiscono con una somma forfettaria di 100.000 euro, indipendentemente dall’entità del reddito. Per alcuni pensionati, l’imposta applicata è solo del 7% del loro reddito pensionistico.

Per quanto riguarda i super ricchi, il 46% di loro ha generato un reddito totale di 75 milioni di euro in Italia, proveniente per lo più (86%) da lavoro dipendente. Questo dimostra l’efficacia del regime in termini di attrattiva per persone con significative capacità finanziarie.

Benefici anche per familiari e per pensionati rientrati

Una specificità del regime fiscale lavoratori impatriati è la possibilità di estenderlo ai familiari dei neo-residenti, applicando una tassa forfettaria ridotta di 25.000 euro. Inoltre, il regime può essere revocato in qualsiasi momento e ha una durata massima di 15 anni, dopo i quali non è più possibile cumularlo con altre agevolazioni fiscali destinate a docenti, ricercatori o lavoratori che decidono di ritornare in Italia.

Dal 2019, il regime è stato esteso anche ai pensionati stranieri che si trasferiscono in determinate regioni del Sud Italia e delle Isole, purché il comune di nuova residenza non superi i 20.000 abitanti.

In queste aree, l’imposta sostitutiva si applica solo al 7% della pensione di origine estera, con il 93% esente da tassazione.

Nel 2022, i pensionati stranieri che hanno aderito a questo regime nel Sud e nelle isole sono stati 474, con un reddito dichiarato da pensione estera di 19 milioni di euro e ulteriori redditi esteri per un totale di 28,7 milioni di euro, pagando quasi 2 milioni di euro in tasse.

Regime impatriati anche per il rientro dei cervelli

Un’altra iniziativa rilevante è quella rivolta a docenti e ricercatori, che vedono i loro emolumenti tassati solo al 10% per i primi cinque anni dal trasferimento della residenza. Inoltre, più di 3.300 nuovi contribuenti tra docenti e ricercatori hanno beneficiato di una esenzione fiscale del 90% sui loro redditi da lavoro dipendente nel 2022.

Il cosiddetto “Bonus cervelli“, invece, si rivolge a lavoratori qualificati che hanno trasferito la loro residenza in Italia, applicando una tassazione del 30% o del 10% sui loro redditi da lavoro dipendente o autonomo. Secondo i dati più recenti, i lavoratori impatriati hanno raggiunto oltre 32.600 individui, con un reddito medio da lavoro dipendente che ammonta a 114.501 euro.

In conclusione, il regime impatriati si sta rivelando un potente strumento di politica fiscale per l’Italia, attraendo talenti e capitali e contribuendo significativamente alla crescita economica del paese. Con una gestione attenta e un continuo aggiornamento delle sue condizioni, questo regime potrebbe mantenere l’Italia come uno dei paesi più attrattivi per residenti internazionali e talenti globali.

Riassumendo

  • l’Italia ha introdotto un regime fiscale vantaggioso nel 2017 per attirare neo-residenti economicamente stabili (c.d. regime impatriati)
  • nel 2022, circa 37.331 individui si sono trasferiti in Italia, beneficiando di tasse agevolate.
  • tra questi, 957 super ricchi pagano una tassa forfettaria o percentuali ridotte sul reddito.
  • prevista l’estensione del regime ai familiari e applicabilità fino a 15 anni con possibilità di revoca.
  • i pensionati stranieri nel Sud e Isole godono del 7% di tassa sulla pensione estera.
  • previsto anche il “Bonus cervelli” e incentivi per docenti/ricercatori riducono significativamente tasse su redditi da lavoro.