La Legge di Bilancio 2021 ha esteso il periodo temporale dell’isopensione a 7 anni (dal 2018 al 2023). L’obiettivo è favorire il ricambio generazionale nelle imprese, il cosiddetto esodo dei lavoratori anziani.

In cosa consiste l’isopensione? Questa misura introdotta dalla Riforma Fornero è riservata al settore privato. Consente ai lavoratori di un’azienda con oltre 15 dipendenti di aderire ad uno scivolo pensionistico, un anticipo dell’età pensionabile fino a 7 anni interamente pagato dall’impresa per il periodo di attesa della maturazione della pensione.

In pratica, l’azienda versa al lavoratore sia l’assegno sia la copertura contributiva per la pensione (di vecchiaia o anticipata). Questa misura non prevede alcuna penalizzazione al lavoratore. Come funziona? Conviene ai lavoratori?

Isopensione: come funziona

Per avviare il meccanismo, è necessario un accordo raggiunto tra azienda, sindacati dei lavoratori e INPS. L’Istituto previdenziale dovrà verificare che condizioni e requisiti siano soddisfatti, dopodiché invierà tramite PEC all’azienda un prospetto con l’onere stimato complessivamente del piano di esodo annuale per la fideiussione bancaria. A questo punto, il lavoratore potrà scegliere di aderire all’isopensione.

In base a modalità e tempi fissati dall’accordo, il rapporto di lavoro cessa: l’INPS, il primo giorno del mese successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, erogherà l’isopensione (l’assegno di esodo).

Il peso di questa misura grava tutto sull’azienda che, a titolo di garanzia, deve presentare una fideiussione bancaria all’INPS. Che succede in caso di insolvenza dell’azienda? L’INPS chiederà il pagamento al garante: in caso di mancato pagamento del garante, l’INPS interromperà l’erogazione dell’assegno e non accrediterà la relativa contribuzione figurativa.

La copertura figurativa è utile per determinare la misura della pensione e per il conseguimento del diritto alla stessa. Versare la contribuzione figurativa (a totale carico dell’azienda) significa per il lavoratore ottenere un assegno pensionistico pari a quello che avrebbe percepito continuando a lavorare per l’intera durata dell’isopensione.

Tali contributi devono essere versati dalla cessazione del rapporto di lavoro fino al perfezionamento dei requisiti minimi per il diritto alla pensione.

Con l’isopensione si evitano nuovi esodati

L’assegno di isopensione è lievemente inferiore a quello della pensione che il lavoratore andrà a percepire quando matureranno i requisiti.

Questa prestazione non è reversibile, è soggetta a tassazione ordinaria, l’assegno non può essere penalizzato. Non spettano gli ANF (assegni nucleo familiare) e non è possibile effettuare trattenute per il pagamento di oneri (ad esempio, mutui, cessione del quinto).

Se, nel periodo dell’isopensione, intervenissero modifiche normative (requisiti di accesso alla pensione, aspettativa di vita), l’erogazione dell’assegno proseguirebbe per l’ulteriore periodo necessario fermo restando il limite massimo di 7 anni. Eventualmente, verrebbe rimodulato anche l’importo della garanzia fideiussoria.

Al termine dell’isopensione, la liquidazione della pensione verrà effettuata in base alla normativa in vigore a partire dalla data del trattamento pensionistico.

Non ci sarebbero nuovi casi di esodati con l’isopensione.