Con la Legge di Bilancio il Governo, oltre a introdurre novità per pensioni, lavoro e famiglie con figli, ha introdotto anche novità per quanto riguarda il Fisco. Sono state gettate le basi per la riforma del Fisco, ed ecco comparire le prime novità che provengono dalla delega fiscale. Una in particolare produce notevoli vantaggi per i contribuenti e riguarda i versamenti dell’IRPEF.

“Buongiorno, sono Pamela da Potenza, e ho un negozio di abbigliamento. Devo versare l’acconto IRPEF a novembre.

Mi dicono che nella Legge di Bilancio si è cancellato. Quindi non sono tenuta a versarlo giusto? E quando pagherò quello che devo se a novembre non verso nulla? Mi spiegate la nuova procedura se potete farlo?”

Stop all’acconto di novembre tutto confermato, ecco cosa risparmiano i contribuenti

Come previsto dalla riforma del Fisco, la rata sul secondo acconto, o unica rata IRPEF di novembre non si pagherà. Oggi infatti in base alle regole attuali, i contribuenti sarebbero chiamati a versare l’acconto entro la scadenza del 30 novembre prossimo. Tutti i contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi sono chiamati, in caso di imposte a debito, a versare tramite Modello F24 tutta l’IRPEF dovuta tra saldi dell’anno precedente e acconti dell’anno successivo.

Si parte dal saldo dell’anno a cui la dichiarazione dei redditi si riferisce, quindi all’anno in corso. E poi si passa al versamento dell’acconto per l’anno successivo, che se di basso importo è da versare a novembre in unica soluzione oppure in due rate, con il 40% del totale a giugno e il 60% a novembre. Ed è proprio questa rata eventuale di novembre quella che adesso non si verserà più. Perché la manovra di Bilancio ha cambiato le scadenze. E, soprattutto, ha dato la facoltà al contribuente di pagare a rate a partire da gennaio dell’anno successivo.

Quindi la nostra lettrice non dovrà versare nulla adesso, ma lo farà da gennaio 2024.

Nuovo calendario per l’acconto IRPEF, addio alla rata di novembre

Cambia il calendario delle scadenze IRPEF quindi. Stop al versamento entro il 30 giugno dell’anno in cui si presenta la dichiarazione, del primo acconto IRPEF dell’anno successivo e stop al versamento entro il 30 novembre del secondo acconto. Una cosa che riguarda milioni di contribuenti, perché se l’imposta a debito al netto delle detrazioni e delle ritenute è superiore a 51,65 euro, scatta questo acconto.

Fino a 257,52 euro di acconto da versare, la scadenza è unica e va onorata entro il 30 novembre dello stesso anno della dichiarazione. Se invece supera questo importo, come dicevamo, entro il 30 giugno si paga il 40% di quanto dovuto, ed entro il 30 novembre la restante parte. La maggior parte delle volte l’acconto IRPEF per l’anno successivo è un salasso autentico perché è pari all’intera imposta dichiarata per l’anno in corso.

Cosa cambia adesso e per quali contribuenti

La novità della Legge di Bilancio anticipa di fatto ciò che già si voleva fare con la delega fiscale. Infatti per una questione di equità e di semplificazione, la delega fiscale prevedeva lo slittamento dell’acconto IRPEF all’anno a cui l’acconto fa riferimento, cioè all’anno successivo. E per venire incontro ai contribuenti interessati il governo ha previsto anche una rateizzazione da completare nei primi mesi del nuovo anno. A beneficiarne di questa novità non saranno tutti i contribuenti, ma solo i titolari di partita IVA. Infatti la norma introdotta dalla manovra riguarda Partite IVA con fatturati e ricavi fino a 170.000 euro. La scelta sul pagamento è del contribuente che dovrebbe poter versare in unica soluzione entro il 16 gennaio dell’anno successivo. In alternativa a rate che dovrebbero arrivare al mese di maggio o al mese di giugno.