La riforma dell’IRPEF messa in campo nel 2024 rappresenta un significativo cambiamento nel sistema fiscale italiano, mirato a semplificare le aliquote e gli scaglioni di reddito, con un impatto diretto sui contribuenti italiani.

L’Agenzia delle Entrate, qualche settimana fa, ha pubblicato una circolare di chiarimenti riguardo la riforma stessa, introdotta dal Decreto Legislativo n. 216/2023, che riduce gli scaglioni IRPEF da quattro a tre. Un cambiamento che promette risparmi tangibili in busta paga e nella dichiarazione dei redditi per i contribuenti, in particolare per quelli con redditi medio-alti.

Una riforma iniziata due anni fa

Il processo di semplificazione fiscale non è nuovo. Era già iniziato con l’anno d’imposta 2022, passando da 5 a 4 scaglioni. La riduzione prevedeva una modifica sia degli scaglioni che delle relative aliquote, che prima vedevano una progressione dal 23% fino al 43% a seconda del reddito annuo del contribuente. La modifica ha portato ad una nuova situazione per gli anni d’imposta 222 e 2023, dove i primi due scaglioni venivano accorpati e la seconda aliquota veniva ridotta dal 27% al 25%.

La nuova riforma dell’IRPEF segna un ulteriore passo avanti verso la semplificazione, con la previsione si sole aliquote:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro
  • 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro
  • 43% per i redditi che superano i 50.000 euro.

Ciò significa l’eliminazione dell’aliquota del 25%, precedentemente applicabile ai redditi da 15.000 a 28.000 euro, facilitando così anche la comprensione e la gestione della propria situazione fiscale.

Riforma IRPEF, guida ai vantaggi

Da precisare è che il cambiamento, almeno per ora, è limitato all’anno d’imposta 2024. Ciò significa che, laddove il legislatore non dovesse trovare nuove coperture finanziarie, dall’anno d’imposta 2025 si potrebbe far ritorno al sistema fiscale con 4 aliquote. Quindi, al ripristino degli scaglioni già in vigore per il 2022 e 2023.

Il chiaro tentativo di alleggerire il carico fiscale sui contribuenti italiani, in particolare quelli con redditi medio-alti, promuovendo al contempo un sistema fiscale più equo e semplice, potrebbe avere un impatto positivo sull’economia italiana nel suo complesso, stimolando la spesa dei consumatori attraverso l’aumento del reddito disponibile.

Un esempio pratico può illustrarci i benefici della riforma: un contribuente con un reddito da lavoro dipendente lordo annuo di 21.000 euro avrebbe pagato un IRPEF totale di 4.949,75 euro nell’anno d’imposta 2023, con le vecchie aliquote. Con le nuove aliquote in vigore nel 2024, l’IRPEF dovuta sarebbe di 4.830 euro, risultando in un risparmio di 119,75 euro.

Riassumendo