Sono tante le misure in favore dei portatori di handicap che lo Stato italiano offre. Agevolazioni e prestazioni assistenziali e anche indennità e aiuti economici. Ma senza dubbio un ruolo fondamentale e una importanza maggiore ha l’indennità di accompagnamento. Una misura particolare e importante per molti pensionati, soprattutto perché parliamo di indennità che spesso sono necessarie per aumentare il reddito dello stesso pensionato che altrimenti non riuscirebbe a pagare la badante piuttosto che un’altra sua necessità.

“Gentile redazione, sono una figlia di una madre gravemente disabile, già pensionata al minimo e con un reddito che non può essere considerato elevato.

Per via della sua patologia, ha necessità di assistenza continua a domicilio. Io però lavoro e ho la mia famiglia e avevo pensato a una badante. Ma a conti fatti con ciò che mia madre prende di pensione, non può assumere una badante visto quanto costano oggi queste lavoratrici. Stavo pensando all’indennità di accompagnamento. Mi spiegate come si fa a prenderla?”

Indennità di accompagnamento, ecco come deve fare il pensionato invalido grave

L’indennità di accompagnamento è quella prestazione economica che lo Stato italiano offre dietro domanda da parte degli interessati, agli invalidi civili che necessitano di assistenza continua. L’assegno di accompagnamento viene pagato dall’INPS mese per mese come una normale pensione. Va detto che per avere diritto a questa indennità serve che l’interessato sia invalido grave, con problemi di deambulazione e con difficoltà persistenti a svolgere le normali attività della vita quotidiana. In pratica, si tratta di un aiuto economico per chi, senza l’assistenza di un altro soggetto, non può vivere in maniera dignitosa.

Alcuni chiarimenti sull’indennità, dalle tasse al meccanismo con cui viene percepita

L’indennità di accompagnamento non dipende dal reddito e quindi spetta sempre se persistono le condizioni precarie di salute del beneficiario.

La misura non è reversibile agli eredi in quanto strettamente collegata all’invalido. E non si prende se l’invalido finisce in case di cura o strutture per l’assistenza invalidi e anziani a carico dello Stato. Perché verrebbe meno la necessità di avere un soggetto terzo per l’assistenza del disabile, visto che sarebbe curato in queste strutture. L’importo dell’indennità di accompagnamento non cambia al cambiare del reddito del pensionato perché come già detto, non contano nulla le condizioni economiche del richiedente o della sua famiglia. E per l’anno 2023 questa indennità erogata dall’INPS, mese per mese, è pari a 527,16 euro.

Il fondamentale ruolo della commissione medica invalidi civili dell’ASL

La misura non è tassata, non è pignorabile e non concorre alla formazione della base imponibile su cui si calcolano le imposte sui redditi delle persone fisiche. Per l’accesso serve la cittadinanza italiana, comunitaria o extracomunitaria, purché con permesso di soggiorno regolare. Ma serve anche la effettiva dimora in Italia. Essendo una prestazione assistenziale non può essere sfruttata in caso di trasferimento all’estero. Tornando alla condizioni di disabilità, questa deve essere al 100% con necessità di assistenza continua. E deve essere la commissione medica per gli invalidi civili dell’ASL a ratificare il giusto grado di invalidità con annesso accompagnamento.

La guida pratica alla domanda di indennità di accompagnamento

Per richiedere l’indennità serve il certificato medico introduttivo che altro non è che un certificato che redige il medico curante. Oggi è un certificato telematico che lo stesso medico di base inserisce in piattaforma. Con la copia del certificato bisogna presentare domanda di invalidità all’INPS per il tramite di un Patronato o di un altro soggetto autorizzato ad agire in nome e per conto del diretto interessato. Dopo la domanda l’invalido è chiamato a visita e se persistono le condizioni sanitarie idonee alla concessione dell’indennità, l’interessato inizia a esserne beneficiario.

La decorrenza della prestazione scatta a partire dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.