“Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano. Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido non avrò vissuto invano”, affermava Emily Dickinson. Aiutare qualcun altro è uno dei gesti più nobili che una persona possa compiere. Soltanto aiutandosi l’un altro, d’altronde, è possibile costruire le basi di una società forte e solidale, in grado di volgere uno sguardo positivo verso il futuro.

 Lo sa bene il governo che per garantire un valido supporto ai soggetti più fragili mette in campo diverse agevolazioni. Ma quali solo quelle a favore delle persone a cui è stata riconosciuta l’invalidità al 75%? Ecco di quali si tratta.

Invalidità al 75%: bonus, agevolazioni e pensione. Quanto si prende

Una persona è invalida civile al 75% se la commissione medica dell’Inps accerta una riduzione della capacità lavorativa generica pari a tre quarti. Ciò a causa di una menomazione o infermità. Se si tratta di una persona in pensione o minorenne, al posto dell’attività lavorativa viene presa in considerazione la capacità di svolgere le attività tipiche in base alla propria età.

I soggetti a cui viene riconosciuta tale percentuale di invalidità hanno diritto a diverse agevolazioni, come ad esempio l‘assegno ordinario di invalidità. Per accedere a tale misura, comunque, non è sufficiente essere invalidi al 75%. È necessario avere più di 67 anni e aver versato almeno cinque anni di contributi. Di questi almeno tre devono risultare versati nell’arco degli ultimi cinque anni.

Le persone con un’invalidità superiore al 74%, aventi un’età compresa tra i 18 anni e i 67 anni, invece, possono accedere alla pensione di invalidità civile. Questo a patto di risultare disoccupati o comunque registrare entrate da lavoro non superiori a quota 5.391,88 euro l’anno. L’importo di tale trattamento è pari a 313,91 euro.

Pensione anticipata: le opzioni disponibili

Dal momento in cui è riconosciuta l’invalidità pari o superiore al 75%, il lavoratore si può vedere accreditati due mesi di contributi figurativi per ogni anno lavorativo, fermo restando il limite massimo di cinque anni. In questo modo sarà possibile chiedere il prepensionamento.

A proposito di pensione anticipata, tra le misure che permettono di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro si annoverano quella a favore dei lavoratori precoci e l’Ape Sociale. Hanno diritto a quest’ultima opzione, infatti, i disoccupati, i disabili con percentuale pari almeno al 74%, i caregiver e lavoratori che svolgono attività gravose. Questo purché abbiano un’età pari almeno a 63 anni e versato tra i 30 e i 36 anni di contributi a seconda della categoria di riferimento.

Sono considerati lavoratori precoci coloro che hanno versato almeno un anno di contributo prima di aver compiuto l’età di 19 anni. Quest’ultimi possono accedere al trattamento pensionistico a prescindere dall’età. Purché abbiano maturato almeno 41 anni di contributi e rientrino in una delle categorie tutelate dall’Ape Sociale.

Esenzione ticket sanitario, ausili e protesi gratuiti e molto altro ancora

Le persone con un’invalidità pari o superiore al 75% hanno diritto ad ottenere gratuitamente protesi e ausili in base alla menomazione o infermità con cui devono fare i conti. I soggetti in questione hanno diritto all’esenzione dal pagamento del ticket sanitario per le visite specialistiche e diagnosi strumentali. Hanno inoltre diritto ad un’agevolazione sul pagamento dei medicinali, previa prescrizione del medico.

Queste sono solo alcune delle agevolazioni a favore degli invalidi. Basti pensare che, avendo cura di presentare apposita documentazione, è possibile anche beneficiare dell’esenzione dal bollo auto. Per ottenere maggiori informazioni in merito, pertanto, si consiglia di rivolgersi direttamente all’Inps o presso gli uffici provinciali o regionali di competenza. In questo modo è possibile scoprire come e a quali altri benefici si ha diritto.