Sembra sempre più plausibile che nel 2024 ciò che il Governo ha intenzione di fare sulle pensioni sarà soltanto la proroga per un altro anno della quota 103. Certo, esistono anche possibilità che continui con la sperimentazione dell’Ape sociale e di Opzione donna. Ma sulla quota 103 le certezze sembrano maggiori. Tradotto in termini pratici, della riforma delle pensioni ormai si parla più come un obiettivo da qui al 2026 che come un obiettivo imminente per il 2024.

Troppo onerosa per le casse dello Stato qualsiasi nuova misura previdenziale.

E quindi meglio passare a confermare strumenti di pensionamento oggi in vigore che cercare soluzioni alternative che rischiano di compromettere le già derelitte casse dell’INPS. Ma anche la semplice conferma di quote 103 potrebbe consentire ad alcuni lavoratori, se non di andare in pensione molto prima rispetto al solito, quanto meno di recuperare uno stipendio più elevato. Perché probabilmente c’è anche questa possibilità.

Il quesito del nostro lettore

“Buonasera, sono un lavoratore che rispetto alla massa non vedrebbe così negativamente una conferma della quota 103. Sarà sicuramente perché raggiungo i 41 anni di contributi nel 2024 e già a febbraio dello stesso anno compio 62 anni di età. Non rientrando in nessuna delle categorie a cui si applica la quota 41 per i precoci, la quota 103 potrebbe essere la mia misura per andare in pensione in anticipo.

Ma devo anche dire che non vedo in cattiva luce il permanere al lavoro ancora. Perché mi sento ancora giovane per andare in pensione. Però volevo sfruttare il bonus Maroni della quota 103. Se è vero che il governo confermerà la quota 103 nel 2024, confermerà anche il bonus Maroni? Questa è la domanda che vi pongo sempre che voi abbiate notizie certe da questo punto di vista.”

Andare in pensione o prendere di più di stipendio, anche il 2024 l’anno è buono

Ormai da più parti si dà praticamente per scontato il fatto che il governo Meloni andrà avanti con la quota 103 anche nel 2024.

Infatti la misura, pure se criticata per dei requisiti piuttosto rigidi da centrare, probabilmente resterà ancora attiva nel 2024 nonostante la sua scadenza è stata fissata per la fine del 2023. Conferma della misura significa non ritoccarla minimamente nei suoi meccanismi. E sia per quelli positivi per i lavoratori che per quelli negativi.

Infatti la misura non è priva di controindicazioni per chi la sfrutta. Al suo interno, tra le righe del suo apparato normativo, ha alcuni meccanismi che considerare penalizzanti per i lavoratori non è esercizio azzardato. Ma ha anche alcune cose positive, che non si riducono semplicemente all’anticipo nell’uscita dal lavoro.

La conferma di quota 103: ecco come funzionerà la misura il prossimo anno e se ci sono differenze rispetto a oggi

Come nel 2023, anche nel 2024 potranno uscire quanti raggiungono contemporaneamente i 62 anni di età e i 41 anni di contributi versati. Perché per forza di cose quota 103 resterà attiva anche l’anno venturo. La misura sarà a disposizione dei lavoratori quindi con tutti i limiti che la stessa ha e con tutte le evidenti limitazioni. In primo luogo ciò che limita quota 103 come beneficio è il fatto che la misura non può dare una pensione più alta di cinque volte il trattamento minimo valido nell’anno di uscita.

In pratica, anche se un lavoratore ha diritto a una misura più ricca, non potrà godere della pensione effettivamente spettante. E questo per tutti gli anni che gli mancano al raggiungimento dei 67 anni di età. Altra limitazione, il divieto di cumulo dei redditi da lavoro con i redditi da pensione. Perché chi esce dal lavoro con la quota 103 non si possono cumulare redditi da lavoro con redditi di pensione. L’unico lavoro ammesso è quello autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo.

Se la misura verrà confermata in toto anche nel 2024, c’è da scommetterci che anche queste limitazioni resteranno intatte. Perché al momento si parla di conferma senza correttivi o cambiamenti.

Restare al lavoro converrà anche nel 2024

Lo chiamano bonus Maroni ma è solo perché richiama ad una vecchia misura del passato che si chiamava appunto bonus Maroni. Ma per quanto concerne la quota 103, questo bonus altro non è che un vantaggio per i lavoratori che decidono di rimanere al lavoro e non andare in pensione nonostante hanno raggiunto i requisiti. Un vantaggio che resterà in vigore se la quota 103 resterà confermata ancora un anno.

Il premio per coloro che rinviano il pensionamento anche se hanno già maturato i requisiti di quota 103 è direttamente in busta paga. Infatti il lavoratore che rinuncia alla pensione per restare al lavoro, gode dell’aumento di stipendio dovuto al fatto che la quota di contributi a carico del lavoratore che mensilmente il datore di lavoro trattiene in busta paga, rimane nel salario. Nello specifico il 9,19% delle trattenute mensili per contributi previdenziali da versare, restano nella busta paga dei lavoratori. Infatti ammonta proprio al 9,19% la quota contributiva a carico del lavoratore.

La nuova quota 103 priva di correttivi, poi si passerà ad altro per la pensione 2024

Al nostro lettore diciamo quindi che la quota 103 dovrebbe rimanere intatta anche nel 2024. E ciò a cui lui punta, cioè all’incremento di stipendio dovuto al bonus Maroni, dovrebbe restare invariato come tutte le altre cose che riguardano la misura. Va detto che probabilmente sarà solo per ulteriori 12 mesi che la misura sarà attiva, perché poi il governo andrà avanti con il progetti di riforma. Salvo novità improvvise comunque, nulla cambierà nel 2024 ed anche la quota 103, come probabilmente l’APE sociale e opzione donna resteranno attive per un altro anno.