Andare in pensione nel 2022 con Ape Sociale sarà possibile. In quanto la misura, da parte del Governo Draghi, è rafforzata ed estesa. Proprio per il prossimo anno. Pur tuttavia, sull’anticipo pensionistico finanziato dallo Stato italiano scatta un campanello d’allarme. In particolare, sulle deroghe al requisito contributivo previsto per alcune categorie di lavoratori. Così come è riportato in questo articolo.

Per chi andrà in pensione nel 2022 con Ape Sociale esteso, infatti, sono arrivati i rilievi della Ragioneria generale dello Stato. Sottolineando al riguardo come le deroghe sui requisiti contributivi, per i ceramisti e per i lavoratori edili, vadano a creare un precedente.

Che non è in ogni caso da sottovalutare.

In pensione nel 2022 con Ape Sociale esteso. Ma scatta un allarme sulle deroghe

Nel dettaglio, per la pensione nel 2022 con Ape Sociale esteso, ai ceramisti ed ai lavoratori edili basteranno 32 anni di contributi previdenziali versati. Anziché 36 anni di anzianità contributiva. Mentre il requisito anagrafico sarà quello che è previsto per tutti. Ovverosia, 63 anni di età. Proprio per la pensione nel 2022 con Ape Sociale esteso.

Per i ceramisti e per i lavoratori edili, l’abbassamento dell’anzianità contributiva è arrivato nella manovra finanziaria. Ed in particolare con il maxiemendamento che è stato presentato in Parlamento dal Governo italiano che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Con lo sconto sui contributi che si fonda sul fatto che il lavoro del ceramista è gravoso e usurante. E lo stesso dicasi per l’operaio edile.

Scatta un allarme sulle deroghe per l’anticipo pensionistico, ecco perché

Secondo la Ragioneria generale dello Stato con le deroghe, per la pensione nel 2022 con Ape Sociale esteso, si alterano le caratteristiche, le fondamenta dell’anticipo pensionistico stesso. E questo perché si applica uno sconto contributivo a categorie di lavoratori che comunque sono occupate. Rispetto a chi, invece, è senza lavoro. Con la conseguenza che, anche in termini di costi, sempre secondo la Ragioneria generale dello Stato, si va a creare un precedente che è pericoloso.