La pensione con l’APE sociale è stata confermata di nuovo nel 2024. In pratica, al posto di farla cessare il 31 dicembre 2023 il governo ha deciso per la proroga. Tutto a posto quindi? La risposta non può essere positiva, perché non tutti potranno avere accesso alla prestazione. E dipende da alcune novità introdotte alla misura dal governo. Una su tutte l’inasprimento dell’età minima di uscita che taglia fuori alcuni lavoratori rendendoli quasi degli esodati.

In pensione con l’APE sociale nel 2024, ma solo i nati fino a luglio 1961, ecco perché

L’Ape sociale per come è stata prodotta per il 2024 dal governo con la legge di Bilancio lascia più di qualche dubbio e di qualche perplessità.

Anche se inizialmente la paura di alcuni lavoratori era quella della mancata proroga e cioè che la misura si interrompesse il 31 dicembre 2023, non mancano comunque gli esclusi. Infatti molti nati nel 1961, che sono coloro che compiono 63 anni di età nel 2024 rischiano di essere esclusi. Sono sostanzialmente due le situazioni che possono portare a questa conclusione.

“Buonasera, sono nato a settembre nel 1961 ed ho 37 anni di contributi versati. Avevo pensato che potevo andare in pensione con l’Ape sociale quest’anno ed aspettavo settembre con ansia. In questi giorni però mi sono reso conto di una cosa che avevo probabilmente sottovalutato quando il governo ha deciso di prorogare l’Ape sociale per il 2024.

Infatti da poco ho compreso che non avrò modo di andare in pensione con l’Ape sociale perché 63 anni di età non bastano più e io non compiono 63 anni e 5 mesi 2024. In pratica per un solo mese esco fuori dalla misura e devo aspettare una nuova eventuale proroga, sperando che non vengano ancora una volta cambiate le carte in tavola. Secondo voi ho ragione?”

I requisiti 2024 per l’Anticipo Pensionistico Sociale

L’Ape sociale nel 2024 è stata confermata dal governo ma con alcuni correttivi rispetto al 2023.

Per andare in pensione nel 2024 con l’APE sociale servono:

  • 63 anni e 5 mesi di età;
  • 30 anni di contributi per disoccupati, invalidi e caregiver;
  • 36 anni per chi svolge un lavoro gravoso.

Rispetto al 2023 e alla versione precedente dell’Ape sociale, le differenze sono le seguenti:

  • età minima che passa da 63 anni a 63 anni e 5 mesi;
  • inserimento del divieto di cumulo della pensione con redditi da lavoro (eccetto lavoro autonomo occasionale sotto i 5.000 euro);
  • riduzione della platea delle attività di lavoro gravoso previste;
  • stop al vantaggio dei 32 anni di contributi rispetto ai 36 anni per edili e ceramisti (questi ultimi esclusi del tutto).

Quindi, nel 2024 con la nuova Ape sociale ci saranno lavoratori che non potranno più accedere alla misura perché il governo ha deciso di annullare l’estensione delle categorie di lavoro gravoso introdotte fino al 31 dicembre 2023. Si torna alle 15 categorie iniziali che sono:

  • addetti allo spostamento delle merci;
  • camionisti;
  • addetti ai servizi di pulizia;
  • addetti alla cura di persone non autosufficienti;
  • conducenti di treni e personale ferroviario viaggiante;
  • maestre ed educatori di asili e scuole dell’infanzia;
  • gruisti;
  • infermieri ed ostetriche in turni nelle sale operatorie e sale parto;
  • agricoli;
  • siderurgici;
  • marittimi;
  • conciatori di pelli e pellicce;
  • pescatori;
  • edili;
  • netturbini e simili.

Niente da fare quindi per chi, come attività lavorativa svolta per 7 degli ultimi 10 anni o per 6 degli ultimi 7 anni, non rientra in una qualsiasi di queste attività.

L’età del pensionamento taglia fuori molti dall’Ape sociale

Per andare in pensione come invalidi, serve almeno il 74% di invalidità certificata. Per i caregiver, il parente stretto disabile da assistere, deve essere convivente con il richiedente l’Ape da almeno 6 mesi. Perché bisogna dimostrare il nesso, cioè l’assistenza. Infine per i disoccupati occorre che l’interessato sia stato in NASPI e che l’abbia presa interamente.

Naturalmente che non rientra in questi requisiti non potrà andare in pensione con l’Ape. Ma gli esclusi sono anche coloro che finiranno con l’essere penalizzati dal cambio dell’età minima di uscita. tralasciando il fatto che l’Ape sociale non si cristallizza e quindi chi non la sfrutta durante la sua validità perde il diritto, l’età portata a 63,5 anni penalizza tanti lavoratori. Anche chi è nato nel 1961.

Perché ci saranno alcuni lavoratori nati in quell’anno che andranno in pensione, altri invece che saranno esclusi. E senza nuove proroghe, questi ultimi rischiano di dover aspettare il 2028 per andare in pensione.

Nuovi esodati dell’Ape sociale, ecco perché non è azzardato parlarne

Tutto dipende dal mese di nascita e dal fatto che chi è nato a partire dal mese di agosto 1961, non riuscirà a completare i 63 anni e 5 mesi nel 2024. Il caso del nostro lettore è emblematico. Fosse nato il 31 luglio 1961 poteva andare in pensione con l’Ape sociale, invece già dal 1° agosto tutto cambia. E senza rinnovo dell’Ape nel 2025, c’è il concreto rischio di dover aspettare i 67 anni per la pensione di vecchiaia. Non siamo di fronte a nuovi esodati, ma non ci andiamo nemmeno tanto distanti.

Non è la prima volta che per colpa anche di un solo giorno sulla data di nascita, i lavoratori perdano un treno vantaggioso per andare in pensione. Posticipandola a diversi anno dopo.