Andare in pensione come in una partita di calcio. Con l’assegno INPS complessivamente pagato in due tempi. Perché per il dopo Quota 100 tra le ipotesi in ballo c’è pure la pensione a due riprese. Precisamente, il cosiddetto anticipo contributivo. Con la proposta formulata di recente dal presidente dell’INPS. Così come è riportato in questo articolo.

In particolare, per andare in pensione come in una partita di calcio, prima di tutto, occorre rientrare nel sistema misto. Proprio per il calcolo dell’assegno INPS.

In tal caso il lavoratore andrebbe in pensione prima prendendo la quota di assegno per la parte contributiva. E poi la restante quota di pensione, con il calcolo con il sistema retributivo, solo alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia. In pratica, non prima di aver compiuto il 67esimo anno di età.

In pensione come in una partita di calcio, assegno INPS nel primo e nel secondo tempo

Andare in pensione come in una partita di calcio è una delle tante proposte. Formulate per il superamento della Quota 100. Per la quale c’è ora la certezza della decadenza. Dall’1 gennaio del 2022, infatti, l’esercizio dell’opzione per il pensionamento anticipato non sarà più possibile. Se i requisiti dei 62 anni e dei 38 anni di contributi previdenziali versati non saranno maturati e cristallizzati entro e non oltre la data del 31 dicembre del 2021.

Nel dettaglio, la proposta per andare in pensione come in una partita di calcio è strutturata come segue. Un requisito anagrafico pari a 63-64 anni di età. Almeno 20 anni di contributi previdenziali versati al momento della presentazione della domanda per l’accesso alla misura. Ma a patto che la quota dell’assegno INPS con il contributivo non sia inferiore a 1,2 volte l’importo erogato per l’assegno sociale.

L’anticipo contributivo oppure la Quota 102 dal 2022?

Nonostante quanto detto, rispetto alla proposta per andare in pensione come in una partita di calcio, quella più accreditata sembra essere invece per il prossimo anno, al momento la Quota 102.

Con un requisito anagrafico comparabile con la proposta INPS. Ma con un’anzianità contributiva richiesta che è pari a 38 anni di contributi previdenziali versati. Ovverosia, un’anzianità contributiva che è palesemente ereditata dalla Quota 100.