Le pensioni retributive e miste non sono più sostenibili. Nessuno lo dice apertamente, ma nemmeno con i requisiti previsti dalla Fornero sarà possibile tenere il piedi i conti della previdenza pubblica.

Le previsioni del pensionamento a 67 anni di età fatte dalla Fornero nel 2011 erano, infatti, basate su due punti fondamentali: la crescita economica del Paese e la sostenibilità demografica nel lungo periodo. Fattori che sono venuti a mancare negli anni e, soprattutto, con la pandemia.

Pensioni anticipate solo col sistema contributivo

Lo Stato è quindi obbligato a tagliare le pensioni.

A mettere mano ai disastri delle riforme del passato. La prima, quella del 1969 che introdusse il sistema pensionistico a ripartizione e la seconda, quella del 1995, che lo abolì solo a metà.

La riforma Dini del ’95, infatti, benché salutare ebbe il difetto di non tagliare di netto il calcolo retributivo delle pensioni lasciando che la riforma andasse a regime col tempo passando gradualmente attraverso il sistema misto. Ugualmente oneroso.

Che non ci sia più tempo da perdere è quindi evidente. Le pensioni anticipate, come imprecano da anni Fmi, Ocse e Bruxelles devono sparire se si vuole garantire un futuro alle nuove generazioni. Ecco perchè il premier Draghi punta a una riforma più strutturale che vada oltre quota 102 l’anno prossimo.

Le pensioni anticipate non potranno più essere riconosciute se non dietro penalizzazione dell’assegno. Inutile girarci intorno. O si fa così o il Paese rischia il default con il livello di debito pubblico che si ritrova oggi.

Il modello Opzione Donna

La via d’uscita esiste. Si tratta del meccanismo sperimentato finora con Opzione Donna che potrebbe essere esteso anche agli uomini. In pratica, si concede la possibilità di lasciare il lavoro prima a patto di accettare un taglio della pensione.

Opzione Donna si basa infatti su un sistema di calcolo della pensione tutto contributivo.

Anche per gli anni lavorati nel sistema retributivo.

Chi finora ha accettato di uscire prima dal lavoro ha infatti rinunciato a una bella fetta di pensione rispetto a quello che sarebbe spettato a 67 anni con il sistema misto.

Opzione Donna prevede a oggi l’uscita dal lavoro a 58 anni (59 anni per le lavoratrici autonome)  con almeno 35 anni di contributi. Dal prossimo anno si andrà probabilmente in pensione con due anni in più di età. Ma non è escluso che l’asticella anagrafica possa salire per tutti a 63 anni, come proposto dal Inps, volendo estendere l’opzione anche agli uomini.