Andare in pensione a 70 anni per chi è lavoratore statale. Altrimenti il sistema previdenziale crolla. L’allarme non è stato lanciato in Italia, un Paese comunque alle prese con un progressivo invecchiamento della popolazione, ma nel Regno Unito. Con uno studio che affronta il tema della previdenza nel Paese che è attualmente guidato dal primo ministro Boris Johnson.

L’invito ad andare in pensione a 70 anni per chi è lavoratore statale arriva così da lontano. Ma in ogni caso mette in risalto come vivere di più sia una fortuna per tutti.

Ma non per i sistemi previdenziali dei Paesi più industrializzati. Chiamati da un lato a far quadrare i conti della previdenza pubblica nel medio e nel lungo termine.

E dall’altro a garantire l’uscita dal lavoro ed una pensione dignitosa. Al riguardo IlMessaggero.it riporta non a caso che nel Regno Unito si spendono attualmente oltre 100 miliardi di sterline l’anno solo per la pensione di Stato basica.

In pensione a 70 anni per chi è lavoratore statale, allarme lanciato con uno studio dall’estero

Nel nostro Paese, invece, lo scenario di andare in pensione a 70 anni per chi è lavoratore statale è ancora lontano. Visto che il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia è attualmente posizionato a 67 anni.

E sale a 71 anni, con la pensione di vecchiaia contributiva, solo quando a 67 anni di età manca il requisito dell’anzianità contributiva. Ovverosia, quello di almeno 20 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.

Altro che settanta anni in Italia, possono bastarne pure 58 per il ritiro dal lavoro

In più, ad oggi, in Italia non si va in pensione a 70 anni per chi è lavoratore statale. Ma molto prima grazie anche e soprattutto alle misure di pensionamento anticipato. Basti pensare, per esempio, alle lavoratrici dipendenti che con Opzione Donna 2022 attualmente possono ritirarsi dal lavoro a 58 anni di età. Con 35 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.