“Tutti abbiamo perso qualcosa o qualcuno. Un amore, una battaglia, una speranza, o semplicemente un soffio di vento, una manciata di stelle nella mano, il riflesso di uno sguardo sul vetro“, afferma Fabrizio Caramagna. La vita è piena di imprevisti e prima o poi tocca a tutti, purtroppo, di dover fare i conti con delle perdite.

Una circostanza che può verificarsi nel caso in cui, ad esempio, non si riesca a rispettare alcuni adempimenti burocratici. Lo sanno bene molti caregiver che rischiano, in determinati casi, di perdere l’esenzione dal pagamento dell’Imu sulla prima casa.

Ecco come comportarsi.

Residenza caregiver, come trasferirla senza perdere l’esenzione IMU prima casa

Sono tante le persone che possono essere costrette ad assentarsi per un lungo periodo di tempo da lavoro al fine di prestare assistenza ad un proprio famigliare non autosufficiente. In tal caso i soggetti interessati possono beneficiare di misure ad hoc, come i permessi legge 104 e il congedo straordinario. Nel primo caso si ha diritto a tre giorni di permessi retribuiti al mese. Nel secondo caso, invece, il lavoratore può assentarsi fino a massimo due anni. In ogni caso, così come si legge sul sito dell’Inps, per poter richiedere il congedo straordinario è necessario che la:

convivenza con il familiare disabile in situazione di gravità deve essere instaurata entro l’inizio del periodo di congedo richiesto e deve essere conservata per tutta la durata dello stesso”.

Questo vuol dire che il lavoratore deve vivere sotto lo stesso tetto del famigliare che assiste. Un requisito, quest’ultimo, che viene accertata dalla residenza. Se il caregiver trasferisce la propria residenza presso la casa del disabile per beneficiare del congedo straordinario, però, perde il diritto all’esenzione dal pagamento dell’Imu sulla prima casa.

Ovviare a tale problema però è possibile. A tal fine basta optare per la residenza temporanea.

Quest’ultima permette di trasferirsi in un altro Comune, senza tuttavia dovervi fissare la residenza. Entrando nei dettagli, come si legge sul sito del Ministro per la Pubblica Amministrazione:

“Per la concessione di permessi ex art. 33 della legge n. 104/1992 occorre riferirsi alla residenza della persona, mentre non è possibile considerare il domicilio. Al fine di agevolare l’assistenza della persona disabile, l’amministrazione può considerare anche la dimora temporanea attestata però mediante la relativa dichiarazione sostitutiva”.

Per poter beneficiare di tale opportunità bisogna presentare richiesta di iscrizione al Registro dei residenti temporanei. Dalla durata pari a massimo 12 mesi, la residenza temporanea si rivela essere la soluzione giusta per chi desidera beneficiare del congedo straordinario, evitando allo stesso tempo di perdere l’esenzione Imu.