Previsto in Legge di Bilancio 2020, attualmente all’esame del parlamento, l’accorpamento delle imposte dell’Imu e della Tasi, sulle seconde case, in una nuova “local tax”. Attualmente non è chiaro se la nuova tassa sarà più o meno economica rispetto che all’attuale assetto impositivo. Del resto, la stessa, non è stata pensata nell’ipotesi di abbassamento della pressione fiscale, ma, bensì, essa si inserisce in un più ampio progetto di semplificazione e riduzione della burocrazia. Del resto, è paradossale che la base imponibile delle 2 imposte è esattamente la stessa, ma, al tempo stesso, gravano sugli stessi immobili con doppio adempimento.

La nuova local tax tra pareri divergenti

Anche se il governo smentisce la possibilità di rincari dovuti all’unificazione delle attuali imposte sulla casa, diverso è il parere delle associazioni di categoria.

Secondo Confedilizia è pacifico un aumento delle tasse a carico dei proprietari di immobili locati. In effetti essi dovranno farsi carico anche della quota di Tasi, fino ad oggi pagata dagli inquilini.

Laura Castelli, viceministro dell’Economia e delle Finanze, in una recente intervista, rilasciata a ItaliaOggi, sostiene che per forza di cose: «Se unisci due tributi devi anche uniformarne le regole, altrimenti non c’è semplificazione. La Tasi verrà assorbita nell’Imu e l’Imu non grava sugli inquilini ma sui proprietari. Non si poteva fare altrimenti».

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