Molti sono i coniugi che stanno procedendo a sdoppiare la residenza in due case diverse. E’ il risultato della sentenza n. 209 del 2022 Corte Costituzionale, che ha sancito la non legittimità della norma legislativa in cui è detto che nello stesso nucleo familiare ci può essere solo un immobile da considerare come abitazione principale ai fini IMU.

C’è però da considerare un aspetto fondamentale. Il cambio residenza non è retroattivo, quindi, salva i coniugi solo parzialmente per il saldo IMU 2022 in scadenza il 16 dicembre 2022 (l’acconto era da pagarsi entro il 16 giugno scorso).

Andiamo però con ordine, partendo dalla definizione di abitazione principale ai fini IMU.

Il comma 741 lett. b) legge di bilancio 2020, definisce tale, l’immobile in cui il possessore, ed i componenti del suo nucleo familiare, hanno residenza e dimora abituale.

Per l’immobile adibito ad abitazione principale è prevista esenzione IMU se appartenente a categoria catastale NON di lusso (ad esempio un A/2). E’ invece dovuta IMU (anche se con particolari agevolazioni) sull’abitazione principale appartenente a categoria catastale di lusso (ossia A/1, A/8 ed A/9).

La sentenza che smentisce la legge

Il legislatore, tuttavia, al fine di evitare elusioni fiscali, con il menzionato comma 741 lett. b) ha anche deciso che nell’ambito dello stesso nucleo familiare ed in presenza di più immobili (nello stesso comune o in comuni diversi), solo uno di questi può rappresentare ai fini IMU l’abitazione principale e, quindi, godere dei relativi benefici (esenzione o agevolazioni).

Questo significa che se, ad esempio, il marito stabilisce residenza e dimora abituale in un immobile e la moglie stabilisce residenza e dimora in altro immobile, questi devono scegliere quale dei due immobili considerare abitazione principale. La scelta è lasciata alla loro discrezionalità. Quindi, sull’altro immobile l’IMU è dovuta come seconda casa.

Ed è proprio su questo aspetto che è intervenuta la sentenza della Corte Costituzionale.

I giudici hanno dichiarato illegittima tale previsione normativa. Questo in quanto ai fini IMU occorre far riferimento al solo presupposto dell’imposta, ossia al possesso e bisogna guardare esclusivamente a dove il possessore ha la sua dimora e residenza

Doppia abitazione principale coniugi, valgono i mesi di possesso

La sentenza ora ha aperto due strade. La prima è quella del rimborso IMU per quei coniugi che, fino ad oggi, avendo già da anni la residenza sdoppiata hanno sempre liquidato l’imposta tenendo conto di quanto prevedeva il legislatore (la sentenza, infatti, è retroattiva).

In secondo luogo, ora sulla base della sentenza stessa, molti son i coniugi stanno sdoppiando la residenza così da poter considerare entrambi gli immobili come abitazione principale ai fini IMU e, quindi, godere delle relative agevolazioni.

Per questo secondo aspetto occorre però considerare che il cambio di residenza NON è retroattivo. L’IMU è dovuta in base ai mesi di possesso.

Quindi, ad esempio, cambiando solo ora (a novembre) la residenza, il beneficio della doppia abitazione principale sarà solo per due mesi dell’anno (novembre e dicembre).