Il 16 dicembre scade il versamento del saldo IMU 2022. Questa volta però non ci soffermiamo sugli aspetti tecnici (calcolo, aliquote, base imponibile, ecc.) ma diamo qualche numero statistico, prendendo a prestito lo studio effettuato dalla UIL.

L’IMU, ricordiamo, è un tributo di competenza comunale. Il gettito che ne deriva finisce nelle casse dei comuni dove si trovano gli immobili oggetto del tributo. A livello nazionale sono previsti sconti e agevolazioni IMU. Ad esempio, l’imposta non si paga per l’abitazione principale di categoria catastale non di lusso.

Dallo studio UIL emerge che per il 16 dicembre andranno alla cassa 25 milioni di proprietari di immobili (di cui il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati) che verseranno 9,7 miliardi di euro (per un gettito complessivo annuo di 19,4 miliardi di euro). Per chi salta la scadenza del saldo IMU 2022 c’è possibilità di mettersi in regola subito con il ravvedimento operoso.

IMU 2022, città più care e meno care

Dal rapporto emerge che il costo medio nazionale annuo di IMU 2022 per una seconda casa è 1.074 euro (537 euro è la media di versamento per il saldo di dicembre). La città più cara è Roma con 2.064 euro medi annui. A seguire Milano, dove si pagheranno 2.040 euro medi, Bologna (2.038 euro), Genova (1.775 euro), Torino (1.745 euro).

Sempre con riferimento alle seconde case, la meno cara, invece, risulta essere Asti, con un costo medio annuo di IMU 2022 pari a euro 580 euro. Poi ci sono, Gorizia (658 euro), Catanzaro (659 euro), Crotone (672 euro), Sondrio (674 euro)

La Capitale è al primo posto (quindi, la più cara) anche per l’abitazione principale di lusso. Lo studio della UIL evidenzia, in questo caso, un costo medio annuo di 6.419 euro. La meno cara è Cremona (963 euro). In testa anche per una seconda pertinenza della stessa categoria catastale. A Roma si pagano mediamente 110 euro annui e a Napoli 95 euro.

La UIL chiede la riforma del catasto

Il dettaglio si trova nelle tabelle presenti nella versione pdf dello studio IMU 2022 della UIL.

Il sindacato conclude con una riflessione sulla tassazione degli immobili, evidenziando come una sua revisione legislativa debba necessariamente passare anche per una riforma del catasto che:

“si rende necessaria per riportare equità nella tassazione sul mattone, annunciata più volte nel corso degli ultimi anni e mai attuata. Riforma che deve prendere vita prestando, però, molta attenzione: questo cambiamento non dovrà significare maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo fiscale sugli immobili”.

Questo, quanto espressamente riportato nel comunicato UIL con cui il sindacato stesso sintetizza i contenuti del rapporto IMU 2022 in commento.