L’imposta di successione è una delle imposte che gli eredi di un defunto devono versare al fisco italiano quando presentano la dichiarazione di successione. La dichiarazione di successione invece è l’adempimento obbligatorio degli eredi nel momento in cui un defunto lascia ai superstiti beni immobili quali possono essere terreni e fabbricati. Si tratta in pratica di due adempimenti uno burocratico e uno fiscale. Perché la presentazione della domanda è la burocrazia di cui parliamo, mentre le imposte sono i doveri fiscali a cui sono chiamati gli eredi.

In buona sostanza, tutti gli eredi devono adempiere a questi obblighi, ma molti ci chiedono spiegazioni ai tanti dubbi che sopraggiungono. Soprattutto su quelli fiscali, anche perché la normativa è piuttosto vaga da questo punto di vista.

“Buongiorno volevo chiedervi una cortesia e cioè di spiegarmi bene cosa devo fare con la dichiarazione di successione di mio padre deceduto alla fine del 2022. Adesso dobbiamo presentare la dichiarazione di successione per dividere l’eredità che ci ha lasciato mio padre. Premetto che io sono l’unica figlia che andava d’accordo con mio padre e quindi gli altri due miei fratelli non hanno intenzione di dividere con me le spese sia per la dichiarazione di successione che per le relative tasse. Però nemmeno rinunciano all’eredità. Volevo capire, dal momento che il lascito di mio padre è pari a 1,2 milioni di euro, devo versare quasi 50.000 euro di imposte? Ma come posso fare?”

Quando va presentata la dichiarazione di successione

Entro i 12 mesi dalla data del decesso, gli eredi di un defunto devono provvedere a presentare la dichiarazione di successione. Una operazione obbligatoria se nel lascito ci sono case e terreni o fabbricati in genere. L’adempimento serve per subentrare nella proprietà di questi beni da parte degli eredi, ma anche per pagare le tasse che si pagano anche sui lasciti ereditari.

Se invece il lascito è solo di soldi in banca, la successione non è obbligatoria. A meno che questi soldi non siano superiori a 100.000 euro. La successione ha un costo, sia perché magari si utilizza un tecnico per compilarla e inviarla (notaio, commercialista, avvocato o CAF che sia) e sia perché annesse alla dichiarazione vanno versate tramite F24 le tasse ipotecarie e catastali. Oltre ai diritti e alle imposte di bollo. L’imposta di successione invece è un’altra cosa, e non si versa subito.

Imposte di successione al 4% sul valore del lascito, ecco le regole e le limitazioni

Quando nella successione ereditaria si trovano anche beni immobili, bisogna presentare la denuncia di successione e pagare le imposte catastali e ipotecarie. E sono entrambe commisurate al valore dei beni. Nel dettaglio, l’imposta ipotecaria è in misura pari al 2% del valore catastale degli immobili in successione, mentre l’imposta catastale è in misura pari all’1% di quel valore. Ma non possono mai essere inferiori a 200 euro cadauna, che pertanto diventa l’importo minimo da versare sempre e comunque. L’imposta di successione invece è diversa e varia in base al rapporto di parentela tra defunto e ciascun erede, in base alle franchigie e alle rendite catastali.

Se imposta catastale ed ipotecaria si pagano in autoliquidazione, non è così per l’imposta di successione. Essa infatti è liquidata dall’Agenzia delle Entrate, naturalmente sulla base della dichiarazione presentata dagli eredi. In parole povere arriva a casa la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate con cui si avvisano gli eredi che devono provvedere al pagamento.

Imposta di successione, cosa cambia in base al grado di parentela?

L’imposta di successione può essere versata anche a rate. La prima, a copertura del 20% dell’intera imposta, da versare entro 60 giorni dal ricevimento della notifica di liquidazione dell’imposta. La restante parte, in massimo 8 rate trimestrali o in massimo 12 rate se gli importi sono superiori a 20.000 euro.

L’imposta di successione come detto in precedenza, varia a seconda del grado di parentela e della tipologia di bene oggetto dell’imposta stessa. Il coniuge o i parenti in linea retta versano una imposta pari al 4% ma non del valore catastale, ma della parte che eccede il milione di euro. E si deve considerare il milione di euro per ciascun erede.

Pertanto la nostra lettrice può stare tranquilla, perché ereditando tutti e tre i fratelli, l’imposta di successione non sarà da versare. Diverso il caso se lei fosse l’unica erede. in questo caso, essendo parente in linea retta con il defunto, dovrebbe versare il 4% di 200.000 euro, ovvero della differenza tra il valore del lascito da 1,2 milioni di euro, e il milione di euro di franchigia.

Un altro caso in cui le imposte non si pagano

Se eredi invece fossero stati i fratelli e le sorelle l’imposta di successione sarebbe salita al 6% per l’importo eccedente una franchigia di 100.000 euro. Per gli altri parenti invece l’imposta sarebbe stata sempre del 6% senza franchigia e dell’8% per eredi diversi dai parenti fino al 4° grado. Infine, va detto che se il lascito è una azienda o un ramo di azienda, l’imposta di successione non si versa se gli eredi dimostreranno di voler continuare l’attività dell’azienda e di subentrare nella titolarità per almeno i 5 anni successivi al decesso.